La Nuova Sardegna

“Gentle Unicorn”, la danza gentile dell’anima

di Roberta Sanna
“Gentle Unicorn”, la danza gentile dell’anima

Proposta da Teatro di Sardegna in scena al Massimo di Cagliari la performance di Chiara Bersani

01 dicembre 2019
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CAGLIARI. L’unicorno danza con il ritmo gentile dell’anima. Sembra sorridere docile, e gradire una musica che non sforzi i suoi muscoli delicati, l’ossatura fragile, accentuati da echi di scricchiolii, colpi di tosse. Avanza timido, in un percorso tracciato da un faro, allungandosi in eleganti movenze, pause e quieti slanci, tastando il terreno, osservando l’ambiente. E si mostra. Tracciando percorsi nel quadrato circondato ai tre lati dagli spettatori, cui ha dato appuntamento, consegnato una lettera prima dell’ingresso in sala.

“Gentle Unicorn” – proposto da Sardegna Teatro e Autunno Danza al Massimo da venerdì sino a domani alle ore 19 – è una bellissima performance danzata, un incontro speciale, una esperienza di attenzione reciproca. Nel mettere in scena la sua immagine – alta 98 centimetri, affetta da una grave malattia genetica, l’osteogenesi imperfetta – l’autrice e interprete Chiara Bersani, vincitrice del premio Ubu 2018 come miglior artista under 35, sceglie poeticamente la metafora dell’unicorno, essere mitologico dallo “smarrimento centenario”, che come un costume, una pelle, accoglie e accompagna la sua “non conformità fisica” in uno spazio che non è solo scenico ma filosofico e politico.

Luogo di un incontro («vi sto aspettando da tanto tempo… chissà se ci riconosceremo», scrive l’autrice allo spettatore) in cui Chiara Bersani ha la capacità di attendere che dal contatto solo visivo con la disabilità – sguardo partecipe, forse commosso ma incerto sul confine – si passi al contatto più diretto con la persona, con l’artista. Non si può essere sicuri che tutti lo facciano, la proposta è “politica”.

L’unicorno gentile si avvicina agli spettatori, li guarda negli occhi, sorride, respira e attende accanto a loro prima di affrontare un altro più spedito attraversamento dello spazio scenico, riempito anche dalle musiche prima rarefatte e poi ritmiche di Francesca De Isabella, e da riverberi di luce colorata. E poi, come fosse arrivato il momento giusto, con un ultimo impennarsi delle braccia, Chiara Bersani lo lascia andare. Scioglie i capelli e mostra la sua persona, una donna sdraiata di spalle. Raggiunge una tromba e con appena un cenno di musicalità, lancia una serie di richiami, soffiati, poi forti, decisi. Mostra una grande potenza, un’intenzione precisa. E la risposta arriva, da voci diverse. Un trombone, un clarino, altri ottoni dialogano con lei in una sorta di jam session finale, scomposta e gioiosa. Agli applausi finali, davvero meritati, per Chiara Bersani, si affiancano così anche le quattro allieve del Conservatorio di Musica Pierluigi da Palestrina.

Il prossimo atteso appuntamento con Autunno Danza è per sabato 7, con “The generosity of Dorcas”, l’assolo del grande coreografo Jan Fabre creato per Matteo Sedda, il danzatore di origine sarda che Fabre ha scelto la produzione di grande successo “Mount Olympus”.



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