La Nuova Sardegna

la prima alla scala 

Trionfo di Tosca. E di Mattarella

di Francesco Brancati

Quindici minuti di applausi per l’opera, ovazione per il presidente

08 dicembre 2019
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MILANO. Oltre quindici minuti di applausi. Coinvolto nel dramma storico di Tosca dalla musica di Giacomo Puccini e da una regia con effetti cinematografici, il pubblico della Scala ha salutato con entusiasmo lo spettacolo inaugurale della stagione 2019-2020, firmato da Davide Livermore, con la direzione di Riccardo Chailly. La serata, trasmessa in diretta dalla Rai, ha visto nella Sala del Piermarini i nomi più noti della borghesia meneghina, del mondo dell'industria, della cultura, della moda, della politica, delle istituzioni, a cominciare dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, applaudito a lungo al suo apparire nel palco centrale e anche a conclusione dell'opera. Intensi applausi agli interpreti, sommersi da grida di 'bravi!' e da una pioggia di fiori e coriandoli dorati: soprattutto per Anna Netrebko (Tosca), Francesco Meli (Cavaradossi), Luca Salsi (Scarpia) che hanno riscosso un successo personale; ma anche per il coro e le voci bianche dell'Accademia scaligera diretti da Bruno Casoni e via via tutti gli altri componenti la compagnia di canto: Carlo Cigni (Angelotti), Alfonso Antoniozzi (il sagrestano), Carlo Bosi (Spoletta), Giulio Mastrototaro (Sciarrone) ed Ernesto Panariello (un carceriere).

Un'ovazione ha accolto il maestro Chailly, che ha riportato al pubblico la prima versione dell'opera che Puccini presentò al Teatro Costanzi di Roma nel 1900 (e mai più rappresentata) reinserendo gli otto passaggi che il compositore aveva cancellato. Sono passaggi significativi, soprattutto quelli che sottolineano momenti drammatici, come quello in cui Tosca affonda il coltello nel ventre di Scarpia. Ma a coinvolgere il pubblico in sala è stata anche la regia molto “cinematografica”, nella Roma papalina del 1800 fra riferimenti rinascimentali e del grande barocco romano. Per seguire la musica di Puccini e rappresentare un dramma di amore, sesso, odio, malvagità, inganno, che conduce a morte tutti i protagonisti, Livermore utilizza ogni strumento teatrale, i costumi (di Gianluca Falaschi), le luci (di Antonio Castro), i video (D-Wok), i contrasti di colori, ma soprattutto sfrutta la grande macchina scenica della Scala per valorizzare la scenografia di Giò Forma.

Oltre agli artisti, il trionfatore della serata è stato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accolto da una ovazione al suo ingresso nel palco reale della Scala. Un tributo - con un applauso caloroso lungo quasi quattro minuti - e tutto il pubblico in platea, nei palchi e nel loggione in piedi, come già era successo l'anno scorso alla prima di Attila. E, una volta iniziato l'inno di Mameli, dietro il sipario i coristi si sono messi spontaneamente a cantare le parole.

A salutare il presidente è stata anche Liliana Segre, diventata senatrice a vita per il suo impegno nel mostrare l'importanza della memoria, a partire da quella dell'Olocausto, a cui lei è sopravvissuta. E anche lei al suo arrivo in platea (discretamente accompagnata dalla scorta di carabinieri che le è stata affidata dopo le minacce di morte) è stata accolta da applausi. «Sono abbonata da 30 anni, sono sempre alla Scala, mi manca di venire qui a fare le pulizie».

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