Le parole di Grazia, da Cecilia Mangini un film sulla Deledda
La grande fotografa al convegno dell’Isre a Nuoro Ha presentato il progetto di una pellicola sulla scrittrice
NUORO. Sedici minuti work in progress di suggestioni poetiche accompagnate dalla voce di Cecilia Mangini e di tanti altri interpreti. È lei la più grande documentarista italiana in attività con i suoi 92 anni e il regista Paolo Pisanelli, a raccontare la nuorese Premio Nobel con gli strumenti che da sempre gli sono congeniali, ovvero le immagini, le parole e i suoni. Ieri nel giorno del convegno di studi (Senso del luogo, memoria e nostalgia in Grazia Deledda e Orhan Pamuk) che ha dato inizio al secondo anno del fortunato format "Il Nobel incontra il Nobel", per stimolare la riflessione su similitudini e diversità tra la Deledda e lo scrittore turco, a chiudere la serata è stata proprio la proiezione di un primo assaggio del documentario firmato a quattro mani da Mangini e Pisanelli.
Un lavoro che, giorno dopo giorno, prende sempre di forma e sostanza. Già il titolo "Grazia Deledda, parole e colori" è evocativo di quello che si andrà a vedere e ammirare con un tratto davvero particolare che non tradisce il talento dell'autrice nemmeno in questa sua fase avanzata dell'esistenza e della sua produzione filmica, sempre ispirata. Si tratta di un lavoro voluto e interamente prodotto dall'Isre. Il progetto di cortometraggio nasce lo scorso anno per volontà dell'allora presidente Giuseppe Pirisi ed è incentrato su una sorta di incontro/riflessione tra due "monumenti" della cultura italiana del Novecento, il premio nobel Grazia Deledda e la prima documentarista italiana del dopoguerra, Cecilia Mangini.
L'importanza del progetto risiede proprio nella lettura, nuova e originale, che la grande regista fa dell'opera di Grazia Deledda. La Mangini è salita sul palco assieme a Pisanelli per spendere belle parole di riconoscenza sull'Isre e su Nuoro che le hanno offerto questa nuova opportunità di narrare la Deledda. «Ho letto Grazia Deledda da giovanissima e ne ho subito apprezzato il coraggio, la sua voglia di osare. Ho preso questi suoi sentimenti e me li sono portati con me nella mia esperienza lavorativa. Ora la incontro di nuovo e mi sento sempre più vicina a lei», ha detto la Mangini, sempre molto lucida. «Sono arrivata alla conclusione soprattutto leggendo quello che lei ha scritto in una lettera dove dice che voleva dedicare un libro di novelle a Lev Tolstoj che è veramente una scrittrice non solo sarda o italiana, ma del mondo e universale così come lo era Tolstoj - ha ribadito -, lei è grande come la Sardegna e insieme più grande della Sardegna».Paolo Pisanelli parla dell'esperienza in corso come un incarico molto interessante prima che sul grande schermo vengano proiettate le immagini che danno anima e forza ai luoghi deleddiani, dove emerge con forza la natura.
«Questo lavoro è una vera sfida, ma decisamente accattivante. Abbiamo pensato di mettere a fuoco soprattutto le parole e i colori. È un mondo che sembra dipinga più che scrivere. Siamo rimasti affascinati dalle immagini di Nuoro, della Sardegna, dai canti, forti e pertinenti che rendono il tutto particolarmente reale ed evocativo», rimarca Pisanelli che ha dato appuntamento quando il lavoro sarà concluso.