La Nuova Sardegna

Le parole di Grazia, da Cecilia Mangini un film sulla Deledda

Luca Urgu
Le parole di Grazia, da Cecilia Mangini un film sulla Deledda

La grande fotografa al convegno dell’Isre a Nuoro  Ha presentato il progetto di una pellicola sulla scrittrice 

11 dicembre 2019
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NUORO. Sedici minuti work in progress di suggestioni poetiche accompagnate dalla voce di Cecilia Mangini e di tanti altri interpreti. È lei la più grande documentarista italiana in attività con i suoi 92 anni e il regista Paolo Pisanelli, a raccontare la nuorese Premio Nobel con gli strumenti che da sempre gli sono congeniali, ovvero le immagini, le parole e i suoni. Ieri nel giorno del convegno di studi (Senso del luogo, memoria e nostalgia in Grazia Deledda e Orhan Pamuk) che ha dato inizio al secondo anno del fortunato format "Il Nobel incontra il Nobel", per stimolare la riflessione su similitudini e diversità tra la Deledda e lo scrittore turco, a chiudere la serata è stata proprio la proiezione di un primo assaggio del documentario firmato a quattro mani da Mangini e Pisanelli.

Un lavoro che, giorno dopo giorno, prende sempre di forma e sostanza. Già il titolo "Grazia Deledda, parole e colori" è evocativo di quello che si andrà a vedere e ammirare con un tratto davvero particolare che non tradisce il talento dell'autrice nemmeno in questa sua fase avanzata dell'esistenza e della sua produzione filmica, sempre ispirata. Si tratta di un lavoro voluto e interamente prodotto dall'Isre. Il progetto di cortometraggio nasce lo scorso anno per volontà dell'allora presidente Giuseppe Pirisi ed è incentrato su una sorta di incontro/riflessione tra due "monumenti" della cultura italiana del Novecento, il premio nobel Grazia Deledda e la prima documentarista italiana del dopoguerra, Cecilia Mangini.

L'importanza del progetto risiede proprio nella lettura, nuova e originale, che la grande regista fa dell'opera di Grazia Deledda. La Mangini è salita sul palco assieme a Pisanelli per spendere belle parole di riconoscenza sull'Isre e su Nuoro che le hanno offerto questa nuova opportunità di narrare la Deledda. «Ho letto Grazia Deledda da giovanissima e ne ho subito apprezzato il coraggio, la sua voglia di osare. Ho preso questi suoi sentimenti e me li sono portati con me nella mia esperienza lavorativa. Ora la incontro di nuovo e mi sento sempre più vicina a lei», ha detto la Mangini, sempre molto lucida. «Sono arrivata alla conclusione soprattutto leggendo quello che lei ha scritto in una lettera dove dice che voleva dedicare un libro di novelle a Lev Tolstoj che è veramente una scrittrice non solo sarda o italiana, ma del mondo e universale così come lo era Tolstoj - ha ribadito -, lei è grande come la Sardegna e insieme più grande della Sardegna».Paolo Pisanelli parla dell'esperienza in corso come un incarico molto interessante prima che sul grande schermo vengano proiettate le immagini che danno anima e forza ai luoghi deleddiani, dove emerge con forza la natura.

«Questo lavoro è una vera sfida, ma decisamente accattivante. Abbiamo pensato di mettere a fuoco soprattutto le parole e i colori. È un mondo che sembra dipinga più che scrivere. Siamo rimasti affascinati dalle immagini di Nuoro, della Sardegna, dai canti, forti e pertinenti che rendono il tutto particolarmente reale ed evocativo», rimarca Pisanelli che ha dato appuntamento quando il lavoro sarà concluso.

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