La Nuova Sardegna

IN ONDA SU RAI 1 

“La guerra è finita”, la serie sui bambini della Shoah

ROMA. «Questo film dà la possibilità di ascoltare le storie che solitamente sentiamo da persone adulte come la senatrice Liliana Segre (richiusa ad Auschwitz quando era una bambina e sopravvissuta a...

08 gennaio 2020
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ROMA. «Questo film dà la possibilità di ascoltare le storie che solitamente sentiamo da persone adulte come la senatrice Liliana Segre (richiusa ad Auschwitz quando era una bambina e sopravvissuta a suo padre). Qui, invece, sono le vittime a parlare, appena salvate. La perdita di un cucchiaio comportava nei campi di concentramento la condanna a morire di fame». Michele Riondino parla nel corso della presentazione alla Casa del Cinema a Roma de “La guerra è finita”, serie tv che lo vede protagonista, in quattro prime serate su Rai 1 (in onda il lunedì dal 13 gennaio) e che narra quello che è «venuto dopo» la Liberazione e gli orrori dei campi di concentramento. Per la prima volta, un tv movie dove non si parla di morte ma di rinascita, di voglia di rimboccarsi le maniche. Al fianco dell’attore pugliese Isabella Ragonese, Andrea Bosca, Carmine Buschini e Valerio Binasco. Quest’ultimo interpreta il personaggio ispirato a Moshe Zeiri che per primo organizzò un centro di raccolta dei piccoli sopravvissuti. La vicenda, narrata da Sandro Petraglia, è spostata dai monti della Bergamasca alla pianura emiliana. «La guerra è finita - ricorda il direttore di Rai Fiction, Eleonora Andreatta - nasce da una storia vera, quella dell’esperienza di Sciesopoli a Selvino, dove tra il 1945 e il 1948 furono raccolti in un istituto e aiutati più di 800 bambini e adolescenti ebrei provenienti dai campi di concentramento di tutta Europa perché potessero recuperare la serenità e il diritto alla felicità che era stata loro sottratta». È l’aprile del 1945. All’indomani della Liberazione Davide (Riondino), trova dei bambini appena arrivati in Italia dai campi e li porta in una tenuta abbandonata dai tempi della guerra. Una produzione Palomar in collaborazione con Rai Fiction. Per Riondino, «il valore aggiunto di questo progetto è voler raccontare il dramma dell’Olocausto con la forza narrativa del diario di Anna Frank».

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