La Nuova Sardegna

Il teatro che Sassari non smette di amare

di Roberto Sanna
Il teatro che Sassari non smette di amare

Presentata la commedia “Quelli di via Politeama”: omaggio in tre atti al “Verdi” e al suo intreccio storico con la città

17 gennaio 2020
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SASSARI. Una compagnia teatrale piuttosto scalcagnata, impegnata a provare un inconcludente storytelling, attraverserà la storia del teatro più amato dai sassaresi incrociando, conseguentemente, quella della città. “Quelli di via Politeama” si snoda su questo filo conduttore per rendere omaggio a uno dei grandi monumenti sassaresi, il teatro Verdi, ancora oggi protagonista della vita culturale, capace nel corso degli anni di sopravvivere a un incendio e anche alla nascita di un nuovo e più grande teatro a poche centinaia di metri che l’ha affiancato ma non certo soppiantato. Tanto che il 31 gennaio, con replica il 1 febbraio, il Verdi si aprirà alla città in tutto il suo splendore, con una commedia in tre atti che vedrà impegnata la Compagnia Teatro Sassari sul palcoscenico e l’Orchestra del Conservatorio nel golfo mistico riaperto per l’occasione dopo diversi anni.

La commedia. Scritta da di Cosimo Filigheddu e Mario Lubino, “Quelli di via Politeama” andrà in scena con la regia di Marco Spiga, gli attori della Compagnia Teatro Sassari in grande spiegamento di forze e la coproduzione della stessa Compagnia con la Cooperativa Teatro e/o Musica. Ieri la commedia è stata presentata nella sala Sassu del Conservatorio alla presenza degli autori, del direttore dell’Orchestra Andrea Raffanini, del direttore del Conservatorio Mariano Meloni e del presidente della Cooperativa Teatro e/o Musica Stefano Mancini, attuale gestore del teatro. Come sempre la Compagnia Teatro Sassari si preoccuperà di intrattenere il pubblico facendolo ridere e questa volta dietro c’è un complesso lavoro di scrittura e conseguente impegno sul palcoscenico. «Avevamo due modi per raccontare il teatro Verdi – ha detto Mario Lubino –: recitare sul palco la storia pura e semplice oppure, come alla fine abbiamo fatto, trovare un artifizio e fare teatro nel teatro». Una scelta coraggiosa e impegnativa: «Gli attori saranno costretti a un doppio sforzo – ha aggiunto Cosimo Filigheddu – perché dovranno di fatto interpretare un personaggio che a sua volta recita e interpreta un altro personaggio». La commedia si snoderà attraverso tre momenti topici del Verdi e della città. Il primo è l’inaugurazione, avvenuta nell’estate del 1884, quando i sassaresi, una volta conclusi i lavori, quasi pretesero l’apertura della nuova struttura che fu aperta per svelare gli scenari; la visita in città di Umberto I di Savoia, nel 1899; e la seconda inaugurazione, nel 1926, a seguito della ricostruzione dopo l’incendio. In mezzo a questo la paura del ritorno del colera, la serata di gala in onore del re, l’amara constatazione che, passato ufficialmente il fascismo, la classe dirigente cittadina resterà comunque immutata nei suoi personaggi.

L’orchestra. Dopo tanti anni, al Verdi risuoneranno le più belle arie liriche. «Questo teatro ha un fascino storico insuperabile e contribuire a portarlo avanti è per noi prestigioso» ha detto Stefano Mancini, mentre Mariano Meloni ha aggiunto che «per il Conservatorio questo è uno sforzo non indifferente, mettere a disposizione un’intera orchestra è impegnativo ma è un bel momento per la città ed è giusto essere presenti». Anche perché l’Orchestra impegnata in uno spettacolo di prosa avrà un compito di primo piano: «Di fatto è un personaggio – ha spiegato il direttore Andrea Raffanini –, non ha voce ma ha carattere, interviene nello svolgimento della storia e non si limita a un semplice accompagnamento. La selezione musicale è stata fatta in rigoroso abbinamento ai momenti storici, niente sarà fuori contesto: ci saranno la marcia reale, brani di Canepa e Wagner, brani dalla Tosca e brani verdiani».

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