Le Vibrazioni tornano alle origini con “Dov’è”
di Claudia Fascia
La band porta sul palco dell’Ariston una ballad old school firmata dal leader Francesco Sarcina
23 gennaio 2020
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ROMA. Il Festival 2018 aveva sancito la reunion della band dopo una pausa durata cinque anni, quello che è ormai alle porte «è una conferma per noi stessi, un modo per rimettersi il completo buono, per fare ordine e concentrarsi solo sulla musica. Ci stava tornare, anche per tirare le somme dopo un anno intenso tra live e singoli». Francesco Sarcina, leader de Le Vibrazioni, spiega così la scelta della band di tornare per la terza volta in gara a Sanremo con il brano “Dov’è”, una ballad old school firmata dallo stesso Sarcina, con Roberto Casalino e Davide Simonetta, che pesca nel passato e nella storia, ormai ventennale, del gruppo che - per ora - non ha nessuna intenzione di prendere altre pause. «L’abbiamo scritta esattamente con l’idea di fare Sanremo. Ed è stato un ritorno alle origini totale, a quel sound che ci ha caratterizzato fin dall’inizio, senza la volontà di voler colpire come avevamo fatto nel 2018 con Così sbagliato».
Nel brano, che racconta un amore finito e la voglia di ripartire, «c’è tanto di mio - racconta Sarcina, reduce da una turbolenta separazione dalla moglie Clizia Incorvaia -, c’è quello ho vissuto. La musica serve anche a curare le ferite, a vomitare fuori quello che ti ha colpito e fatto soffrire. Ora sto bene, la musica a volte è dannazione, ma anche salvezza».
In lavorazione c’è un album, «che spero uscirà entro la primavera», ma nel frattempo, a partire da marzo, c’è un tour nei teatri, con un’orchestra di 20 elementi, che mescola rock e musica classica. «Sono generi meno distanti di quello che possiamo immaginare. La tensione che ti arriva oggi con l’elettronica, una volta ti arrivava dalla pressione sonora e fisica sullo strumento. È facile fare casino con il rock, ma anche con la classica c’è da divertirsi».
Al loro fianco, a dirigere l’orchestra, ci sarà Peppe Vessicchio. Ma il maestro più amato e atteso del Festival, con i suoi papillon colorati, sarà anche all’Ariston? «Stiamo provando a portarlo con noi», conferma Sarcina, che per la serata delle cover ha stupito con la sua scelta inconsueta: Un’emozione da poco, portata al successo nel 1978 da Anna Oxa. «La canzone scritta da Fossati è bellissima e lei un’artista che non le ha mai mandate a dire a nessuno. Ne faremo una versione prog, che sembrerà quasi un musical. E se la leggi dal punto di vista di un uomo è ancora più forte».
Nel brano, che racconta un amore finito e la voglia di ripartire, «c’è tanto di mio - racconta Sarcina, reduce da una turbolenta separazione dalla moglie Clizia Incorvaia -, c’è quello ho vissuto. La musica serve anche a curare le ferite, a vomitare fuori quello che ti ha colpito e fatto soffrire. Ora sto bene, la musica a volte è dannazione, ma anche salvezza».
In lavorazione c’è un album, «che spero uscirà entro la primavera», ma nel frattempo, a partire da marzo, c’è un tour nei teatri, con un’orchestra di 20 elementi, che mescola rock e musica classica. «Sono generi meno distanti di quello che possiamo immaginare. La tensione che ti arriva oggi con l’elettronica, una volta ti arrivava dalla pressione sonora e fisica sullo strumento. È facile fare casino con il rock, ma anche con la classica c’è da divertirsi».
Al loro fianco, a dirigere l’orchestra, ci sarà Peppe Vessicchio. Ma il maestro più amato e atteso del Festival, con i suoi papillon colorati, sarà anche all’Ariston? «Stiamo provando a portarlo con noi», conferma Sarcina, che per la serata delle cover ha stupito con la sua scelta inconsueta: Un’emozione da poco, portata al successo nel 1978 da Anna Oxa. «La canzone scritta da Fossati è bellissima e lei un’artista che non le ha mai mandate a dire a nessuno. Ne faremo una versione prog, che sembrerà quasi un musical. E se la leggi dal punto di vista di un uomo è ancora più forte».