Il canto antifascista portoghese in una cover in lingua sarda
CAGLIARI. Una cover in lingua sarda del celebre «Grândola Vila Morena» di Josè Afonso. Con questa versione del brano divenuto bandiera della Rivoluzione dei garofani in Portogallo, un collettivo di...
26 aprile 2020
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CAGLIARI. Una cover in lingua sarda del celebre «Grândola Vila Morena» di Josè Afonso. Con questa versione del brano divenuto bandiera della Rivoluzione dei garofani in Portogallo, un collettivo di cantanti isolane celebra l'anniversario della liberazione d'Italia dal nazifascismo. Le voci di «Grândola bidda morisca», questo il titolo, sono quelle di Stefania Secci Rosa, Francesca Corrias, Claudia Aru, Alice Marras, Lulli Lostia e il trio delle Balentes Stefania Liori, Pamela Lorico e Federica Putzolu. Il lavoro è disponibile sulla piattaforma YouTube. Il video e le illustrazioni sono di Marina Brunetti Marinetti. La traduzione del brano è stata curata da Stefania Secci Rosa con la consulenza di Enrico Putzolu.
La diffusione del brano di Josè Afonso sulle frequenze di «Rádio Renascença», emittente cattolica portoghese, diede il segnale d'inizio, alla mezzanotte del 25 aprile 1974, al colpo di Stato incruento attuato nel 1974 da militari dell’ala progressista delle forze armate del Portogallo che pose fine al lungo regime autoritario fondato da António Salazar (morto nel 1970) e all'epoca in mano a Marcello Caetano, che portò al ripristino della democrazia nel paese dopo due anni di transizione tormentati da aspre lotte politiche.
«Con grande rammarico, a causa delle limitazioni che viviamo in questo periodo per effetto della pandemia, non ho potuto estendere l'invito a tutte quelle che avevo previsto – spiega la cantante Stefania Secci Rosa e coordinatrice del collettivo –. Abbiamo registrato da casa e confezionato l’intero lavoro in soli due giorni, con l’aiuto dell'ingegnere del suono Emanuele Pusceddu. Questo brano è un regalo nel segno delle libertà, sperando che venga ricantato adesso e anche nei prossimi anniversari della Liberazione come atto simbolico di fratellanza con il Portogallo, l’unico Paese con cui condividiamo questa importantissima giornata».
La diffusione del brano di Josè Afonso sulle frequenze di «Rádio Renascença», emittente cattolica portoghese, diede il segnale d'inizio, alla mezzanotte del 25 aprile 1974, al colpo di Stato incruento attuato nel 1974 da militari dell’ala progressista delle forze armate del Portogallo che pose fine al lungo regime autoritario fondato da António Salazar (morto nel 1970) e all'epoca in mano a Marcello Caetano, che portò al ripristino della democrazia nel paese dopo due anni di transizione tormentati da aspre lotte politiche.
«Con grande rammarico, a causa delle limitazioni che viviamo in questo periodo per effetto della pandemia, non ho potuto estendere l'invito a tutte quelle che avevo previsto – spiega la cantante Stefania Secci Rosa e coordinatrice del collettivo –. Abbiamo registrato da casa e confezionato l’intero lavoro in soli due giorni, con l’aiuto dell'ingegnere del suono Emanuele Pusceddu. Questo brano è un regalo nel segno delle libertà, sperando che venga ricantato adesso e anche nei prossimi anniversari della Liberazione come atto simbolico di fratellanza con il Portogallo, l’unico Paese con cui condividiamo questa importantissima giornata».