La Nuova Sardegna

Fatti non foste a vivere come robot

Fatti non foste a vivere come robot

Il libro dell’economista Marco Magnani presentato dall’Università su Teams

19 maggio 2020
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SASSARI. Oggi alle 17 il dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell’Università di presenta sulla piattaforma Teams il libro “Fatti non foste a viver come robot” dell’economista Marco Magnani. Sarà l’occasione per dar vita a un dibattito sullo sviluppo tecnologico e sul rapporto tra sostenibilità e robotica con l'intento di disinnescare alcuni comprensibili timori, capirne gli impatti sull’assetto socioeconomico, esaminare le possibili strategie, con particolare riguardo alla formazione delle persone e del capitale umano. Si confrontano con l’autore Ermete Realacci, presidente della Fondazione per le qualità italiane Symbola, e Antonio Solinas, direttore ricerca, sviluppo e innovazione di Abinsula. Il link per accedere è raggiungibile da www.uniss.it.

Come sempre nella storia, le macchine sostituiscono l’uomo e le innovazioni aumentano la produttività. Ma stavolta, in un mondo globalizzato e iperconnesso, c’è il timore di una crescita senza lavoro e non rispettosa dei vincoli ambientali, sociali, demografici, alimentari, energetici. “Fatti non foste a viver come robot” è una profonda riflessione sul concetto di sostenibilità. Magnani ritiene possibile una crescita più bilanciata e disinnesca l’allarmismo apocalittico sul destino del lavoro: identifica le mansioni a rischio ma anche i nuovi mestieri; analizza i modelli di crescita alternativi – economia circolare e civile, sharing economy, decrescita felice – e mette a confronto diverse strategie socioeconomiche, dalla riduzione dell’orario di lavoro alla robot tax, dal lavoro di cittadinanza al reddito universale; formula le innovative proposte di capitale di dotazione e dividendo sociale. Per evitare la crescita insostenibile e il lacerante conflitto uomo-macchina – argomenta Magnani – bisogna utilizzare le innovazioni per migliorare la vita dell’uomo, investire senza paura in scuola e formazione, riscoprire la valenza identitaria e sociale del lavoro, soddisfare i bisogni delle generazioni presenti senza gravare su quelle future, preservare la salute del pianeta, far sì che in molti possano beneficiare della ricchezza prodotta. Redistribuendola, ma ancor più creando meccanismi di pre-distribuzione dei mezzi che la generano.

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