La Nuova Sardegna

Alla scoperta di una città Un mondo nascosto e vero che vuole resistere

Alla scoperta di una città Un mondo nascosto e vero che vuole resistere

Amore, nostalgia, rapimento. Questi i sentimenti che animano Davide Barilli mentre scrive “Cuba altravana”, (Perrone Editore) uno dei diversi libri che ha ambientato nell’isola caraibica tra i molti...

25 maggio 2020
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Amore, nostalgia, rapimento. Questi i sentimenti che animano Davide Barilli mentre scrive “Cuba altravana”, (Perrone Editore) uno dei diversi libri che ha ambientato nell’isola caraibica tra i molti suoi romanzi e raccolte di racconti. “Cuba”, poco più di duecento pagine godibilissime su ciò che (ancora per poco) sopravvive della metropoli che fu di Fidel Castro e di Che Guevara e che oggi ha fatto un po’ pace col grande vicino, gli Stati Uniti della vicinissima e ricchissima Florida.

Con Barilli visitiamo le strade, le piazze, gli edifici della metropoli avaiana, entriamo con lui nei vicoli del centro, quelli che più ricordano la miseria dei tempi del dittatore Batista e di un lungo periodo dopo la liberazione. E’ l’Avana nascosta, piena di gente speciale, umile per tradizione, che non vuole cedere al nuovo che stringe dopo la scomparsa di Castro: scomparsa del Jefe avvenuta 60 anni esatti dopo lo sbarco sulla costa cubana di ottantadue rivoluzionari. L’Avana nascosta è la vera Avana dove sederti all’angolo della strada, dove giocare a domino, dove farsi una birra, mangiare, camminare”. L’Avana nascosta: un luna park di luci singhiozzanti, di ruderi e palazzi che sembrano sospesi sull’orlo di un abisso, a picco sulla distesa di vite inventate giorno dopo giorno

Poi con i turisti pronti a sborsare dollari per agganciare una ragazza del posto e pur di mettere in valigia un souvenir unico nel suo genere. La nuova Avana con hotel a cinque stelle, nuovi bar e piena di diavolerie moderne. Una città più ricca, ma meno autentica. L’autore ci prende per mano e ci conduce dappertutto, dal teatro Campoamor a Colon, al Malecon, vicino al mare, alla strada dove ai tempi di Batista furoreggiavano i postriboli e dove oggi ci sono i solar, case dove si vive appiccicati come formiche, al grande cortile del California: El solar de California .

Ma Barilli, giornalista colto e pluripremiato, non poteva non riportarci i dialoghi con alcuni degli scrittori più importanti dell’Habana: da Pedro Juan Guttierez a Virginio Pinera: l’arte più pura in grado di rivelare la realtà di Cuba.

Dal “Pinera en persona” riporto alcuni passi della poesia che chiude il libro di Barilli: Se nessuno si salverà/perché scrivere/che nessuno si salverà….Io, un cittadino qualsiasi del mondo/che abito nella casa numero 375, Habana,Cuba/in pieno possesso delle mie facoltà mentali/tengo a dichiarare/che sono impazzito/e come tale/usando la mia follia/dichiaro/ di essere pronto per l’olocausto.

E Davide Barilli? Con il suo libro in definitiva vuole semplicemente dirci, “ se un giorno visiterete Cuba, di certo rimpiangerete di non esserci venuti prima”.

Edda Lavezzini Stagno



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