La Nuova Sardegna

Cognomi sardi: dal passato arriva Chessa che profuma di lentischio

di Mauro Maxia
L'assessore regionale al Turismo Gianni Chessa
L'assessore regionale al Turismo Gianni Chessa

L'appellativo, declinato nella forma Gessa, è caratteristico del sud dell'isola dove appartiene a famiglie legate alla Catalogna

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Chessa conta poco più di 1600 famiglie di cui circa 1200 risiedono in Sardegna. Le restanti risiedono soprattutto nel Lazio (95, di cui 70 a Roma), in Piemonte (70), Liguria (52) e Lombardia (45). È un cognome esclusivamente sardo. Quasi 780 famiglie risiedono nel nord (Sassari, Gallura e Nuoro). Al sud risiedono in tutto 250 famiglie (Cagliari, Oristano e Ogliastra). Riguardo ai centri abitati l’epicentro è Sassari (270). Altri gruppi più o meno densi si rilevano a Cagliari (75), Alghero (63), Nuoro e Porto Torres (48), Orune (33), Olbia (30), Irgoli, Osilo e Usini (25), Mores (22), Ittiri (20), Loculi (17), Iglesias, Oristano, Orosei, Quartu S. Elena, Sorso e Siligo (15). Nella provincia di Sassari rappresenta il 10° cognome. A Mores invece è il primo. Al sud prevale la variante campidanese Gessa con circa 200 famiglie. Il suo epicentro è Cagliari (41) seguito da Mandas (30), Quartu S. Elena (16) e Carbonia (15). Al centro-nord è poco frequente.

Complessivamente nella classifica dei cognomi sardi Chessa e Gessa occuperebbero il 27° cognome. Le due varianti hanno un’origine comune e una storia parallela. Le prime attestazioni risalgono al 1100 con le forme Cersa, Kersa e Gersa citate nei condaghi di San Nicola di Trullas e in quello di Santa Maria di Bonarcado. Nel 1388 Chessa è documentato nell’atto di pace tra la Corona d’Aragona e il Regno d’Arborea a Oristano e Silanus e con la variante De Quersa a Baressa. Nel 1400 Chessa è attestato nel Meilogu anche con la forma Quessa. L’alternanza tra queste due forme prosegue fino agli inizi del 1800 (Bonnannaro e Perfugas 1767, Ploaghe 1801). Nel 1857 Chessa è attestato a Galtellì (13 occorrenze) e nel 1880 è a Cagliari, Desulo, Loculi, Lodè, Magomadas, Mores, Nuoro, Orune, Santu Lussurgiu e Sedilo. Nello stesso atto di pace del 1388 a Iglesias è citata per la prima volta la variante Cessa. Da questa variante in seguito si sviluppa l’ulteriore fo

rma Gessa. I Gessa quindi nel primo 1400 assurgono alla nobiltà con Elia Gessa signore di Fluminimaggiore. Ai primi del 1500 questa forma, oltre che a Cagliari, è registrata a Oristano e Tuili. I Gessa cagliaritani si imparentarono con importanti famiglie catalane come i Torrellas, Alagon, Busquet, Aragall, Soler e Bonfant ramificandosi nel ceto dominante della capitale del regno. In seguito il cognome diventa abbastanza frequente anche nel contado stabilendosi a Mandas. Inoltre è attestato a Guamaggiore (1841), Monastir (1842). Nelle liste di leva del 1880 figura a San Nicolò Gerrei, Tonara e Villasalto. Nel Sulcis-Iglesiente si è affermata una terza variante, Ghessa, che ha l’aspetto di un incrocio o di una forma di compromesso tra Chessa e Gessa. Questa ulteriore forma è tipica di Santadi (8) con ramificazioni anche a Piscinas, Villaperuccio e altri Comuni. Merita un cenno anche il diminutivo Chesseddu che si è affermato con poche famiglie a Thiesi da cui si è diramato verso Sassari.

Alla base delle tre forme prese in esame, Chessa, Ghessa e Gessa, è probabilmente un soprannome formato dal logudorese chèssa e campidanese gessa “ lentischio”che sono sviluppi del latino celsa tramite la forma medievale kersa citata nel Condaghe di San Pietro di Silki.

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