La Nuova Sardegna

Skam-Italia, Sana piace anche all’estero

Skam-Italia, Sana piace anche all’estero

Il personaggio di Beatrice Bruschi è il più amato della serie tradotta in 7 lingue

25 maggio 2020
2 MINUTI DI LETTURA





ROMA. “Whòs trending?” Alla domanda su chi è di tendenza nel mondo tv a livello globale vedere al primo posto Beatrice Bruschi, la Sana di Skam-Italia quarta stagione, precedere ad esempio la grande Viola Davis di How to get away with murder o Eliza Taylor di The 100 fa decisamente effetto.

La serie, adattamento locale del primogenito Skam nato in Norvegia, ha superato i confini. La coproduzione Cross Productions - Timvision, disponibile su Timvision e su Netflix è attualmente la più vista della classifica Tv Time che traccia i divoratori di serie, un record italiano, visto che nessuna nostra produzione aveva fatto tanto.

Ma al di là delle classifiche perché tutti ne parlano? Dopo l’acquisizione dei diritti per un remake italiano da parte della Cross Productions che aveva intercettato il fenomeno in Norvegia, il regista Ludovico Bessegato con il suo team ha cominciato un lungo lavoro sulle sceneggiature che ricalcano l’originale norvegese adattandolo alla realtà italiana. Questo lavoro, così come quello sui dialoghi sono considerati l’eccellenza di questa serie nella versione italiana: realistici, calati nel vissuto come raramente si vede. Ed è questo uno dei motivi principali per cui questa storia di liceali romani ha avuto stagione dopo stagione un grande successo. Il casting accuratissimo sta facendo il resto: giovanissimi alla prima esperienza o quasi, che recitano (bene) più o meno loro stessi.

Il risultato è uno spettatore che si rispecchia in quello che vede: perlomeno come idea iniziale infatti Skam è una teen serie ma via via ha conquistato anche il pubblico più adulto. Alla Cross Productions arrivano feedback da genitori oltre che da ragazzi perché le vite dei protagonisti hanno necessariamente a che fare con il rapporto con gli adulti in quella particolare età. Ecco così che anche il target non è certo più solo di ragazzini alle prime prove con il mondo.

Ogni stagione, per quanto corale, accende la luce su uno dei giovani, con la quarta si è andati oltre le aspettative e con coraggio: Sana (Beatrice Bruschi) è una 18enne italiana musulmana, figlia di genitori tunisini, religiosa e fiera di portare il jihab. Una italiana di seconda - terza generazione che in Italia è raro veder rappresentata (l’ha fatto Bangla di Phaim Bhuiyane con un film pluripremiato anche al box office). Il personaggio di Sana, che esiste anche nella serie madre norvegese, è stato però costruito sulla società italiana con l’apporto della sociologa attivista e scrittrice Sumaya Abdel Qader. Attualmente la serie è tradotta in 7 lingue secondo alcune fonti sarebbe più popolare del commissario Montalbano.

In Primo Piano
Elezioni comunali 

Ad Alghero prove in corso di campo larghissimo, ma i pentastellati frenano

Le nostre iniziative