La Nuova Sardegna

«Noi ci saremo»: Paolo Fresu lancia il suo festival n° 33

Andrea Massidda
«Noi ci saremo»: Paolo Fresu lancia il suo festival n° 33

Confermata per agosto la rassegna di Berchidda. Sul palco centrale i grandi artisti del jazz italiano

27 maggio 2020
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SASSARI. La trentatreesima edizione di “Time in Jazz”, la rassegna internazionale ideata e diretta da Paolo Fresu a Berchidda e in altri dieci comuni del Nord Sardegna, si farà. Nel rispetto di tutte le norme di sicurezza per il pubblico e per gli artisti, ridimensionata nel cartellone e persino nel palco centrale. M Ma si farà. Non solo: il festival è previsto nel consueto periodo di metà agosto, anche se la data esatta dei concerti sarà ufficializzata nei prossimi giorni, alla luce delle eventuali nuove misure di contenimento – toccare ferro è lecito – contro la pandemia. Per ora, come è emerso nella partecipatissima (tele)conferenza stampa di presentazione di ieri mattina, si conoscono i nomi degli artisti più celebri che saranno ospiti della rassegna. Tutti italiani: da Rita Marcotulli a Roy Paci, da Fabio Concato a Cristina Zavalloni, da Maria Pia De Vito al sardo espatriato da tanti anni Antonello Salis. Senza dimenticare Daniele Silvestri, prossimo protagonista, nella tenuta dell’Agnata, a Tempio Pausania, dell’ormai tradizionale tributo a Fabrizio De André.

Sarà un’edizione di “Time in Jazz” del tutto particolare, ovviamente. Caratterizzata dal titolo “Anima - Ànemos”, perché deve infatti fare i conti con i problemi e le limitazioni del delicato momento storico che stiamo attraversando. «Ma faremo in ogni caso un festival di alto profilo, naturalmente nel rispetto delle regole e delle misure anticontagio», promette Fresu evidenziando l’importanza di confermare anche quest’anno la manifestazione nonostante le difficoltà e la complessità della situazione. «Il nostro – continua il trombettista sardo diventato star internazionale – vuole essere un messaggio di ottimismo: il festival è un’occasione per piantare un seme di bellezza in questo momento così difficile e, insieme, una prova del senso di responsabilità di Time in Jazz nei confronti della comunità che lo ospita e lo sostiene. Il nostro festival conta un seguito di circa trentamila spettatori e un indotto sul territorio di tre milioni di euro. Numeri che questa volta non potranno ripetersi, evidentemente, perché mancherà, per ovvie ragioni, il pubblico abituale. Eppure in un momento di difficoltà come questo noi possiamo portare, seppur ridimensionato dalle circostanze, un contributo all’economia locale e lanciare un forte segnale positivo per ripartire».

Già definito da mesi, il cartellone del festival è stato necessariamente rimodulato in rapporto alle varie limitazioni e condizioni poste per contrastare il covis-19 (ai concerti serali accederanno al massimo 350 persone). Va da sé che alcuni dei nomi e dei progetti dall’organico particolarmente folto non potranno essere confermati: non salirà sul palco l’immenso sassofonista statunitense Archie Shepp e nemmeno i Cento Cellos, il mega ensemble di violoncellisti guidato da Giovanni Sollima e Enrico Melozzi, appuntamento con il quale è rimandato al prossimo anno. Ma potrebbero saltare anche alcuni appuntamenti tipici di ogni edizione del festival, come il pranzo tipico di Ferragosto, sempre a causa delle difficoltà nell’applicare il distanziamento interpersonale. Si vedrà.

E tuttavia il programma si annuncia di qualità: in arrivo nomi importanti della scena jazzistica nazionale di scena sul palco centrale del festival, quello allestito nella piazza del Popolo a Berchidda. E poi, ad avvicendarsi nelle diverse località e siti portati in dote dagli altri comuni coinvolti in questa edizione del festival, una nutrita rappresentanza di musicisti della Tuk Music, l’etichetta fondata e diretta da Paolo Fresu, che quest’anno spegne le sue prime dieci candeline.

Ma non è tutto, perché il cast del festival annovera anche la cantante Karima, accompagnata al pianoforte da Piero Frassi, e, per salutare un'altra ricorrenza significativa, Antonello Salis, il grande pianista e fisarmonicista sardo che quest’anno spegne settanta candeline e al quale Time in Jazz deve la memorabile esibizione in solo che inaugurò, nel 1997, la serie di concerti nelle chiese campestri, divenuti poi un must del festival.



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