La Nuova Sardegna


Moni Ovadia e Cederna star del Festival dei Tacchi a Jerzu

Moni Ovadia e Cederna star del Festival dei Tacchi a Jerzu

Il tradizionale appuntamento si terrà dal 5 al 9 agosto 

13 giugno 2020
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Su il sipario. Nel giorno in cui il governo dà il via libera alla riapertura dei teatri, proprio dal mondo del teatro in Sardegna arrivano altre buone notizie. Come quella che a Jerzu dal 5 al 9 agosto è confermata l’edizione numero 21 del Festival dei Tacchi. E con un programma molto interessante, considerati anche gli ospiti attesi nell’ormai consueto spazio della cantina sociale Antichi Poderi, con gli impareggiabili scenari naturalistici dell’Ogliastra a fare da cornice: da Moni Ovadia al premio Oscar Giuseppe Cederna (nel film “Mediterraneo di Salvadores interpretò il romantico attendente Farina), da Andrea Pennacchi (il Pojana della fortunata trasmissione televisiva di La7 “Propaganda live”) a Max Paiella. In totale 13 spettacoli, 3 anteprime nazionali, poi presentazioni di libri e laboratori vari. Insomma, ce n’è abbastanza perché gli organizzatori di Cada die Teatro e Ogliastra Teatro, supportati da sempre dalle amministrazioni comunali di Jerzu e da Antichi Poderi, siano soddisfatti.

«Siamo stati più di cento giorni lontani dal palcoscenico – commenta Giancarlo Biffi, attore, regista e direttore artistico di Cada Die Teatro e del Festival dei Tacchi – e si sa che per un saltimbanco il teatro è vita, passione, missione. È proprio dalla necessità di tornare in scena per incontrare di nuovo il pubblico – continua – che la nostra compagnia ha deciso, nonostante le tante difficoltà, vincoli e prescrizioni imposte dal Covid 19, di confermare la rassegna estiva che a Jerzu farà incontrare, come da tradizione ormai consolidata, artisti, teatro, musica, letteratura e natura. Naturalmente staremo molto attenti a rispettare i protocolli di sicurezza e non potremo accontentare tutti, nel senso che la capienza solita di 600 spettatori sarà ridotta di un terzo. Non abbiamo altra scelta, comunque: o si fa così o niente». Parole in linea con quelle del sindaco di Jerzu Carlòo Lai: «Ci vuole coraggio in un momento come questo a pianificare, programmare, portare ai nastri di partenza una manifestazione di questa portata dopo i mesi tragici che tutti quanti abbiamo vissuto. Ma non abbiamo mai avuto dubbi, né remore», dice.

Tornando al programma della rassegna (con date e orari precisi degli spettacoli ancora da calibrare), si sa già che l’esordio sarà l’omaggio a uno degli sportivi più amati nel mondo del pallone. I padroni di casa del Cada die Tetro, infatti, porteranno sul palco la storia, più personale che sportiva, del mitico Gigi Riva. In “Riva Luigi ’69 ’70 – Il Cagliari al dì dello scudetto”, con Alessandro Lay, attore e autore del testo. C’è spazio poi per un’accorata dichiarazione d’amore per la propria terra che Pierpaolo Piludu del Cada Die Teatro racconta nell’anteprima nazionale “Pesticidio” attraverso le storie di Bachisiu e Michelangelo. E non poteva mancare una dedica speciale a Maria Lai, l’artista ogliastrina che nei suoi 92 anni di vita ha insegnato a migliaia di adulti a riscoprire il bambino che c’è in ognuno noi. “La capretta di Maria”, scritto e diretto da Rita Atzeri della compagnia Il Crogiuolo, prende le mosse dall’infanzia dell’artista e racconta del suo istintivo e naturale avvicinamento al mondo delle arti.

Per quanto riguarda i grandi ospiti in arrivo dal Continente, Moni Ovadia proporrà “Ulisse Achab Noè - Omero, Melville, il Libro dei Libri”. Si tratta di un viaggio tra i libri e le vite di questi capitani coraggiosi, che attraversano la storia ponendosi da sempre le identiche domande senza aspettarsi risposte. Mentre – sempre in tema di viaggi – Andrea Pennacchi porterà in scena due lavori accompagnato dal musicista Giorgio Gobbo: con “Eroi”, l’attore veneto accompagna lo spettatore nell’Iliade di Omero domandandosi cosa rimane oggi di quella storia di uomini e guerre e se sia ancora possibile raccontarla. Più intimo e personale invece il contenuto del secondo spettacolo “Mio padre”, appunti sulla guerra civile. Qui Pennacchi riavvolge il nastro della memoria e va alla ricerca del papà, della sua storia di partigiano e prigioniero, ma più ancora della sua Odissea di ritorno in un’Italia devastata dalla guerra.



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