La Nuova Sardegna

I Millennials di Villanova Monteleone, vulnerabili e iper-connessi, nel libro fotografico di Salvatore Ligios

di Salvatore Tola
Una "millennial" di Villanova Monteleone fotografata da Salvatore Ligios
Una "millennial" di Villanova Monteleone fotografata da Salvatore Ligios

Dopo aver raccolto «facce di sardi» adulti in tutte le parti dell’isola, si è fermato sugli adolescenti del suo paese

15 giugno 2020
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Nel corso della sua attività di fotografo Salvatore Ligios si è occupato di una serie di temi, dal paesaggio alle tradizioni equestri, dalle feste agli eventi storici. Di tanto in tanto è tornato al ritratto e ora, dopo aver raccolto «facce di sardi» adulti in tutte le parti dell’isola, si è fermato sugli adolescenti del suo paese, Villanova Monteleone: dalle pagine del libro “Millennials” (Soter, 114 pagine, 15 euro) ci guardano 41 tra ragazzi e ragazze nati nel 1999 e nel 2000. Colti nel momento in cui si preparano, recita il sottotitolo, a «uscire di casa».

In una nota, l’autore ritorna agli anni della giovinezza quando, seguendo un fratello, aveva stretto il primo «sodalizio con la fotografia». Erano gli anni in cui un giornaletto prodotto dai coetanei villanovesi gli ispirava un «senso di appartenenza» a quella comunità: che è uno dei motivi che lo hanno indotto, ora, a questa indagine per immagini. Altro motivo l’insegnamento del fotografo tedesco August Sander, che con una raccolta di ritratti ha rappresentato gli «Uomini del XX secolo». Sostenuto dal filosofo Walter Benjamin, che sottolineava l’importanza del «guardarsi in faccia per sapere donde veniamo».

Alcuni scritti ci aiutano a interpretare le fotografie, confermando magari le impressioni che ci hanno toccato. Secondo Sonia Borsato (docente di Storia dell’Arte) quelli che vediamo «non sono ragazzi ribelli che, con posa sicura e sguardo arrogante, sfidano il mondo»: in loro si nota piuttosto «la fragile solidità di chi avverte intimamente la propria vulnerabilità. Ma mantiene una tenera speranza». Martina Arca, una dei millennials, fa parte di una leva di ragazzi iper-connessi, per i quali l’incontro-scontro con la vita è reso più difficile dall’iper-protezione familiare. Mariolina Cosseddu, che insegna in un liceo, si chiede se la scuola sa rispondere ai loro bisogni, alle loro aspettative. La giornalista Serena Orizi avvia un confronto tra la loro generazione e la sua, quella precedente. Nicolò Migheli, sociologo, li invita a sentirsi cittadini del mondo, ma senza mai dimenticare il luogo di nascita, di appartenenza.



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