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Così nacque l’Italia delle Regioni

Così nacque l’Italia delle Regioni

SASSARI. In Italia le regioni sono state istituite con la Costituzione del 1948, ma il tema del decentramento amministrativo era al centro del dibattito già dal Risorgimento. Il primo progetto di...

27 settembre 2020
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SASSARI. In Italia le regioni sono state istituite con la Costituzione del 1948, ma il tema del decentramento amministrativo era al centro del dibattito già dal Risorgimento. Il primo progetto di suddivisione in regioni risale al 1860, quando il Regno di Sardegna aveva allargato i suoi confini. Il presidente del Consiglio, Camillo Benso conte di Cavour, incaricò il ministro dell’Interno, Luigi Carlo Farini, di predisporre un piano di organizzazione territoriale. Quel piano prevedeva sei “aggregati interprovinciali”: Piemonte, Sardegna, Liguria, Lombardia, Emilia (che comprendeva solo il territorio da Piacenza a Cattolica) e Toscana. Il progetto non divenne mai legge, perché nel frattempo il Regno di Sardegna si era ingrandito, mentre i Mille di Garibaldi proseguivano la conquista del Meridione. Con l’Unità d’Italia il dibattito sul decentramento ebbe una battuta d’arresto, perché si preferì non istituire organi sovraprovinciali.

Piano Maestri. La prima suddivisione in regioni la si ebbe per ragioni statistiche. L’Italia - era il cosiddetto Piano Maestri - fu suddivisa in 16 circoscrizioni territoriali per realizzare le prime statistiche nazionali ed economiche. In tutto 14 compartimenti, che nel 1870 divennero 16 con l’annessione all’Italia di Veneto e Lazio. Compartimenti che nel 1913 vennero per la prima volta ribattezzati regioni. Le regioni divennero circoscrizioni elettorali in previsione delle politiche del 1924, ma l’anno dopo il regime fascista le soppresse.

La Costituzione. Il tema delle regioni è ritornato all’ordine del giorno durante l’Assemblea costituente. La prima a essere istituita fu la Sicilia nel 1946, con il regio decreto del 15 maggio, prima del referendum istituzionale. Altre tre regioni a statuto speciale furono istituite dalla stessa Assemblea nel 1948: la Sardegna, la Valle d'Aosta, il Trentino-Alto Adige. In totale, dunque, l’Italia viene divisa in 19 regioni: quattro a Statuto speciale, 15 a statuto ordinario, con le prime che godono di una particolare forma di autonomia. L’articolo è stato poi modificato nel 1963, quando il Molise ottenne l’autonomia dall’Abruzzo e al Friuli Venezia Giulia fu attribuita l’autonomia speciale. Le prime elezioni degli enti a statuto ordinario si svolsero soltanto nel 1970 a causa delle dure opposizioni politiche del governo centrale alla possibilità di amministrazioni regionali rette da forze di opposizione.

Le riforme. Il decentramento è diventato un tema centrale del dibattito politico a partire dei primi anni Novanta, quando, visto il boom elettorale della Lega, tutti i partiti o quasi si scoprirono federalisti. Così nel 1999 è stata sancita l’elezione diretta dei presidenti della Regione, nonché l’autonomia statutaria delle regioni ordinarie. Nel 2001 il centrosinistra ha approvato una riforma al titolo V che ha notevolmente ampliato le competenze regionali. In precedenza le Regioni avevano competenza legislativa su determinate materie, nel quadro della legislazione statale. Per le materie non menzionate dall'articolo 117 della Costituzione, la competenza legislativa era di esclusiva pertinenza statale. Con la riforma del 2001 l'articolo 117 della Costituzione prevede una lista tassativa di materie soggette alla potestà legislativa statale e al terzo comma un elenco, altrettanto tassativo, di materie sottoposte alla legislazione concorrente (in cui la potestà legislativa spetta sempre alle regioni, ma nel quadro dei principi fondamentali posti dalla legge statale). Il quarto comma prevede infine che, per le materie di non esclusiva competenza statale o non sottoposte alla legislazione concorrente, la potestà legislativa sia esclusivamente regionale. Nel 2005 il centrodestra aveva approvato una nuova riforma in chiave federalista, la devolution, bocciata nel referendum costituzionale.

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