La Nuova Sardegna

Cagliari del ’900 Che fine hanno fatto is picciocus?

di Nicolò Migheli
Cagliari del ’900 Che fine hanno fatto is picciocus?

“I delitti della salina” di Francesco Abate Un giallo nella città che diventa moderna  

13 ottobre 2020
5 MINUTI DI LETTURA





Scompaiono misteriosamente dei picciocus de crobi, ragazzini ai margini della società cagliaritana del tempo, che rimediano pochi centesimi portando in una corbula la spesa che le signore benestanti fanno nel Mercato Civico. Nessuno li cerca se non una sigaraia della Manifattura Tabacchi, che non esita a rivolgersi a Clara Simon, giornalista dell’Unione Sarda ma retrocessa correttrice di bozze.

DETECTIVE DONNA. Clara è di buona famiglia, suo nonno è un armatore importante, il padre di lei è morto in Cina durante la rivolta dei Boxer, sua madre è una cinese di quella piccola colonia approdata in città da pochi anni. Essere donna e mezzosangue – come viene definita con una punta di disprezzo – non l’aiuta nella sua carriera di giornalista. Due pregiudizi sono troppi per chiunque, anche se si viene da famiglie importanti. Lei, a cavallo tra due culture, coglie il meglio di entrambe, curiosa e determinata, cerca di far luce su di un mistero che non interessa a nessuno se non a Ugo Fassberger. Giornalista anche lui e rampollo della famiglia proprietaria del Caffè Elvetico, deve i suoi successi di critico teatrale alle correzioni efficaci di Clara.

OPERAIE E SCALPELLINI. A loro si unisce il tenente dei carabinieri Rodolfo Saporito, napoletano trasferito da poco in città, sensibile al fascino della Simon, che deve muoversi tra il disinteresse e l’ambiguità dei suoi superiori. Un trio di investigatori dove i due giornalisti, abituati alle inchieste, ma inesperti rispetto a casi come quello in questione, possono contare sulla professionalità del giovane ufficiale, acerba benché dotata di intuizione. Nella loro indagine troveranno come alleati le operaie della Manifattura e gli scalpellini anarchici impegnati ad adornare con sculture e bassorilievi il palazzo comunale in costruzione in via Roma.

MURA ABBATTUTE. Il romanzo è ambientato nella Cagliari del sindaco Ottone Bacaredda nei primi del Novecento, che vuole dotarsi di monumenti importanti per essere riconosciuta come capitale della Sardegna. Dopo la sua smilitarizzazione, anni prima, sono state abbattute le mura che la separavano dal porto, in quella via Roma è sorta la palazzata con i portici torinesi. Lo stesso impeto modernizzatore ha cancellato la porta di Villanova e quella di Stampace per permettere il passaggio dei tram. Così come i bastioni della Zecca, di Santa Caterina e dello Sperone distrutti per dare spazio a quello nuovo di San Remy. Una città in grande mutamento che insegue il mito modernista.

UN TEMPO VIVO. Il pregio di Francesco Abate con il suo testo è che ci restituisce e riporta alla memoria un tempo vivo; lo si può toccare. Il romanzo storico riuscito – questo è uno di quelli – lo è quando il racconto è inserito in un quadro fedele alla realtà storica, quella che conosciamo dai documenti.

IL COSTUMBRISTA. Se c’è questo, chi scrive può prendersi molte libertà, è un genere che facilita la divulgazione, riempie i vuoti della storia con una narrazione che sia plausibile, in modo che il lettore consapevole della finzione possa chiedersi se quanto scritto non sia effettivamente accaduto. Insieme con Carlo Melis Costa, Abate aveva già esordito nel genere con “Corregidor”, un libro ambientato nel XVII secolo. Ora però va oltre. Di lui si può dire che è un costumbrista, la definizione che da di sé lo scrittore catalano Ildefonso Falcones, autore di grande successo, quando discrimina tra romanzo puramente storico che racconta di vicende e vicissitudini di personaggi importanti e quello che prende in esame abitudini, comportamenti, la vita quotidiana e il potere di un periodo. “I delitti della salina” sono un spaccato di una realtà cagliaritana che si può leggere in perfetta continuità con l’oggi. I protagonisti veri del libro sono gli umili, quelli di una comunità che da feudale si trasforma in industriale, che prende consapevolezza del proprio ruolo di classe in contrapposizione ai ceti dominanti.

DENARO E CINISMO. La modernità che cambia idee, atteggiamenti e coscienze. La prima Camera del Lavoro, gli scioperi operai, le rivendicazioni sull’orario e migliori condizioni di lavoro. Di fronte il cinismo delle èlite, che si forma quando gli individui sono troppo potenti per rispettare le regole che loro stessi si sono date e possono contare sulla acquiescenza e complicità dei propri pari. Lo stesso progresso scientifico, siamo in pieno positivismo, mostra egual disinteresse quando deve usare i corpore vili per ottenere i propri obiettivi, convinto che questo avvenga per il bene dell’umanità.

TRA POETTO E GIORGINO. La vicenda si muove in una città dove certi imprenditori hanno in mente un’espansione edilizia imponente con inevitabili speculazioni. Una occasione di arricchimento. La spiaggia del Poetto che sta per sostituire Giorgino. Le saline, con la dolorosa umanità dei forzati che si uccide di fatica vigilata da guardiani inflessibili. Mix di colpi di scena che portano il lettore a chiedersi cosa avverrà nella pagina successiva. Una scrittura incalzante, per immagini, degna di una trasposizione cinematografica.

LEGGERE IL PRESENTE. I misteri della vicenda vengono chiariti soltanto nelle ultime pagine e sorprendono il lettore. Abate è un maestro del giallo, questo libro lo conferma. Lo scrittore nella sua libertà può anche giocare con i personaggi, lo fa dando nomi di contemporanei ad alcuni dei comprimari, non senza ironia. Chi sarà nella vita di oggi Chicchirichì? Viviamo un tempo di grande crisi che porta con sé destabilizzazioni e incertezze. Non sono momenti per scritture minimaliste. C’è bisogno di grandi racconti che ci aiutino a leggere il presente tramite il filtro prezioso della Storia. Abate c’è riuscito; l’augurio è che non si fermi qui, che continui a fare luce su quegli anni quasi dimenticati.

©RIPRODUZIONE RISERVATA



Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative