La Nuova Sardegna

Addio a Enzo Mari, gigante del design italiano

Addio a Enzo Mari, gigante del design italiano

ROMA. Il vassoio “Putrella” che portò nelle case degli italiani (e non solo) un elemento come la trave edilizia, trasformandone l’uso. Le sedie “Soft Soft” e “Delfina”, quasi due sculture nella loro...

20 ottobre 2020
2 MINUTI DI LETTURA





ROMA. Il vassoio “Putrella” che portò nelle case degli italiani (e non solo) un elemento come la trave edilizia, trasformandone l’uso. Le sedie “Soft Soft” e “Delfina”, quasi due sculture nella loro essenzialità. Ma anche il cestino inclinato per gettare le carte “In attesa”, il calendario a parete “Formosa”; le pentole Copernico e le posate Piuma; lo spremilimoni “Squeezer” e, tra i più recenti, il portaombrelli “Eretteo” e l’appendiabiti “Togo”.

È lunga oltre 1.500 oggetti, diventati icone del Made in Italy che ha conquistato il mondo, l’eredità tangibile lascia da Enzo Mari, tra i più grandi designer italiani del Novecento, morto ieri a Milano a 88 anni. Ma ancora più imponente è il lascito del suo pensiero, spesso provocatorio, polemico, fortemente politico, che sin dagli anni cinquanta ha spinto per un innovamento dell’intero concetto di design.

Nato nel 1932, studente a Brera, cinque volte Compasso d’oro (l’ultimo alla carriera nel 2011), sin da subito Mari partecipa ai movimenti d’avanguardia, rifiutando sempre, però, l’idea dell’intellettuale lontano dal pubblico. Nel gruppo Arte cinetica conosce Bruno Munari, che influenzerà parte dei suoi lavori. Nel 1957 conosce e sposa Gabriela Ferrario, in arte Iela Mari (scomparsa nel 2014) madre dei suoi due figli, lo scrittore Michele ed Agostina. Nel ’65 conosce la critica d’arte Lea Vergine, che diventerà la sua compagna fino all’ultimo. Attenzione massima ai materiali, per Mari, con lo slogan «il nostro scopo è fare di te un partner» Mari ribalta il ruolo dell’utente finale, da consumatore passivo a fruitore di un oggetto e di un processo.

Il blitz

Sassari, controlli dei Nas in tutta l’isola: sequestrati 855 chili di uova e colombe di Pasqua scadute o conservate tra i topi

Le nostre iniziative