La Nuova Sardegna

“Attaccati alle radici”, le meraviglie verdi

di Giacomo Mameli
“Attaccati alle radici”, le meraviglie verdi

L’itinerario tra alberi e boschi dell’isola con le foto di Enrico Spanu, i testi di Lello Caravano e la prefazione di Peter Gabriel

10 novembre 2020
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Chi vuol scoprire o rivedere le meraviglie delle piante in Sardegna sfogli il libro “Attaccati alle radici” di Enrico Spanu e Lello Caravano. Pagina dopo pagina respirate a pieni polmoni nei boschi-cattedrale fra Sulcis e Gallura, tra «eremiti e combattenti» come i tassi di Arzana a Tedderieddu, i lecci Laocoonte non della scuola di Rodi ma nati e cresciuti sotto Erbelathori di Villagrande.

Restando in Ogliastra ammirerete anche i corbezzoli di Genna Silana tra Baunei e Gonone. Meglio non svelare troppo perché la lettura e la visione di queste pagine sono un elisir di lunga vita, camminate lungo le vallate dei fiumi, trekking sotto i contrafforti di Punta La Marmora o guardando le guglie del Limbara. Montagne e colline, come quelle dolcissime della Marmilla. Qui resiste ai virus e ai tornado il lentisco dell'ossidiana, campagne di Masullas, tra i paesi più curati dell'isola, coccolati tra i borghi dei nuraghi.

Un albero – sa modditzi – si trova a Fraus. Sì, come il toponimo di Giulio Angioni a due passi da Còttina de ludu, canalone di fango, a cinquecento metri da dove fu bloccata l’avanzata dei Saraceni, sotto il Monte Arci ricco di ossidiana, oro nero a marchio geologico registrato quattromori. Libro a due mani. Mani d’autore: il fotografo Enrico Spanu, reporter freelance con firma su magazine italiani ed esteri e il giornalista Lello Caravano che ha imposto i temi ambientali e archeologici in trent’anni di lavoro a L’Unione Sarda. Testi in italiano e (ben tradotti) in inglese. Ma soprattutto volume con immagini nuove, tutte in bianco e nero, scorci inediti, non riproposizione di fotografie e località pressoché uguali in tanti libri copia-incolla e con novità zero.

Certo. Anche in queste 112 pagine ci sono i giganti ritorti di lecci e olivastri, testimoni unici e imbattibili del Continente-Sardegna. Trovate le viti eroiche di Atzara, quelle che davano il vino ai nuragici e che «resistono alla siccità e alle malattie». Scoprite le filliree (“aliderru” in Ogliastra) lungo il Flumendosa di Seulo dove «diventano patriarchi», corteccia talora liscia talaltra screpolata, rugosa, due metri e mezzo di circonferenza, alte quattordici metri, non per nulla censite fra «le meraviglie botaniche dell’Italia» ma sconosciute ai più.

Davanti a queste eminenze foto-grafiche, si capisce perché Peter Gabriel – leader dei Genesis, artista che Time nel 2008 giudica fra i cento leader più influenti al mondo, dottore onorario dell’University of South Australia – nella prefazione incastrata fra il mandorlo di Lotzorai e il ginepro fenicio di Dorgali – scrive: «Gli alberi più li frequenti più ti si rivelano». Confessa: «Intendo essere sepolto sotto una quercia affinché le sue radici mi trasformino in qualcosa di utile, che nutra la terra dalla quale sono venuto». Per poi esaltare «immagini spettacolari, nostri compagni viventi e radicati in questa meravigliosa isola di Sardegna». Spanu e Caravano sintetizzarno il valore aggiunto di questo libro. Perché, tronchi rami e foglie piegate dal vento quasi si genuflettono davanti alla «storia del patriarca verde d'Italia – l’olivastro di Luras, quasi quattromila anni d’età» e racconta «la storia dell’allevatore che l’ha protetto e curato». Il castagno di Curadore a Tonara, il grande noce di Belvì, il leccio di BaddeTureddu nel Supramonte di Orgosolo dove «vive con la roccia». Attendendo i 150 anni dalla nascita di Grazia Deledda, Caravano scrive che «in occasione del Nobel 1926 ricordò che la sua arte nasceva dalle pietre, dai tronchi degli alberi, dalla voce delle foglie», dalle canne al vento nella vallata davanti alle dolomie di Corràsi.

“Attaccati alle radici” vuol dire godere la Sardegna di dentro e quella delle coste ricche di ginepri-scultura. Scarpinare nella discesa rolling-stones di Pischina Urthaddala a lato Flumineddu di Urzulei o andare in estasi davanti ai ginepri che baciano la spiaggia di Bidderosa di Orosei o di Piscinas ad Arbus. Con queste visioni si vive meglio, nella natura, si cambia umore, viaggiando più veloci del suono ammirando, anche nella nebbia, un fiore appassito.

Nelle prime pagine del volumela spiaggia Lispedda a Gairo e Cappriccioli ad Arzachena: alberi sacri, pietre di fuoco e rocce rosse, mare, onde, sole, bruma e nuvole. Sì, centododici pagine di Sardegna vera.

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