La Nuova Sardegna

La cultura che vive oltre i cancelli chiusi

La cultura che vive oltre i cancelli chiusi

Arriva la seconda ondata della pandemia anche per i musei, lockdown fino al 3 dicembre ma solo per le esposizioni

15 novembre 2020
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Primo obiettivo: salvarsi. Se la prima ondata della pandemia, colpendoci nella più completa impreparazione, ci ha insegnato qualcosa è che l’unico modo per fermare il contagio sono il distanziamento, la mascherina e tenere chiusi il più possibile i luoghi della socialità.

Anche i musei, che avevano riaperto e “resistito” fino ai primi di novembre seguendo le direttive sanitarie, hanno chiuso le porte ai visitatori in ottemperanza all’ultimo dcpm: “dal 6 novembre al 3 dicembre 2020 sono sospese le mostre e i servizi di apertura al pubblico dei musei, degli archivi, delle biblioteche, delle aree archeologiche e dei complessi monumentali di cui all’articolo 101 del Codice dei beni culturali e del paesaggio”.

Lavoro dietro i cancelli

«Siamo un’istituzione dello Stato e seguiamo l’indirizzo generale che arriva dal Ministero» precisa Bruno Billeci che ricopre l’impegnativo ruolo di soprintendente per archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Sassari e Nuoro e di direttore della Direzione regionale Musei della Sardegna.

«Certo lo facciamo a malincuore ma nella certezza che sia l’unica strada e con la speranza di superare insieme anche questo scoglio – continua Billeci–. I musei del Mibact non si occupano solo delle esposizioni, dietro le porte chiuse il lavorio continua, il personale è tutto presente, gli orari non sono cambiati si prosegue nella ricerca, nella catalogazione, manutenzione, riordino dei depositi e nella Soprintendenza il lavoro relativo alle pratiche aperte. Gli allestimenti di un museo non sono statici e vanno modificati, si pianificano i prestiti, il rapporto con gli studiosi continua. Dove è possibile le istituzioni più strutturate hanno creato degli eventi sul web per non interrompere il contatto con il pubblico». Per la “Notte dei Musei 2020” ieri Belleci ha moderato una conferenza sulla piattaforma Teams nell’evento digitale “La Soprintendenza racconta”. Mentre sugli account Istagram e Facebook istituzionali si è tenuto un incontro su: archeologia, architettura, paesaggio, arte e patrimonio demoetnoantropologico. Per tutta la durata dell’iniziativa si è potuto dialogare direttamente con gli studiosi.

Numeri in crescita

Oltre i cancelli il virus non ferma l’impegno, giustamente documentato nei social: «L’attività #dietrolequinte prosegue – postano sulla pagina facebook dal Museo Archeologico di Cagliari, che in questi giorni ha invece aperto le porte al suo nuovo direttore Francesco Muscolino –. I nostri reperti necessitano di interventi di spolveratura, pulizia e manutenzione che il nostro personale esegue sotto la direzione della restauratrice, la dottoressa Gerlinde Tautschnig». Tutto documentato dallo scatto che ritrae Roberto Meloni, addetto ai servizi ausiliari del Museo, mentre lavora su uno dei pugilatori di Mont ’ePrama. Un impegno, anche senza visitatori, che rassicura in questi tempi bui e che fa sperare, passata la nottata del Covid, che anche gli italiani si avvicinino di più ai numeri europei.

Nel 2000 i musei statali hanno staccato 30.175.826 biglietti e 54.798.092 nel 2019. Un dato in aumento che si riferisce però in gran parte ai visitatori stranieri. L’Italia nel mondo è solo al ventiseiesimo posto, nonostante la retorica del Belpaese. In testa da noi ci sono gli Uffizi ma il distacco delle Gallerie fiorentine in confronto al Louvre è impressionante.

«Noi sfruttiamo la rincorsa verso il 4 dicembre, data calendarizzata in cui si dovrebbe riaprire e in cui speriamo di poter inaugurare l’importante mostra su Lisetta Carmi – dice Luigi Fassi alla guida del Man di Nuoro –. Abbiamo mantenuto la piena operatività, tutto il programma 2021 è in essere e ci stiamo attrezzando guadagnando il tempo per la ricerca».

La quarantena dei musei ha dato anche un impulso all’utilizzo del web e in particolare dei social. «Adesso le cose sono un po’ cambiate – puntualizza Fassi –. Non si è completamente costretti a casa. Dopo l’ampia varietà di offerta, un corsa bulimica verso la rete, con un atteggiamento quasi di competizione da parte di diverse istituzioni, il pubblico ha imparato a filtrare anche a livello di contenuti. Per esempio la Cineteca di Milano ha messo a disposizione gratis tutto il suo patrimonio da un giorno all’altro, un archivio favoloso. Dopo tante mostre virtuali, talk in rete oggi alla fretta si è sostituita una maggiore consapevolezza su cosa ciascuno di noi desidera. Un’esperienza che ci ha portato a consolidare le buone pratiche. Continuiamo con l’impegnativa opera di digitalizzazione della nostra collezione, visitabile nel nostro sito già da questa settimana. Uno sforzo importante di trasparenza, ne trae benefici l’utente e faciliterà l’accesso ai prestatori delle opere che avranno coscienza di quello che è la nostra collezione. Impegno per la piena accessibilità dei nostri cataloghi, esauriti e non più disponibili nel formato cartaceo – precisa Luigi Fassi sottolineando il marchio di fabbrica del museo nuorese: l’attività editoriale –. Il Man utilizza questo tempo nella ricerca e nella produzione di cataloghi, che sono il nostro orgoglio. In questi giorni terminiamo il lavoro sul volume dedicato a Lisetta Carmi con l’editrice Marsilio. Un progetto ambizioso anche dal punto di vista scientifico, con testi inediti tra cui il suo diario. Una tappa in avanti sugli studi su questa importante fotografa anche a livello internazionale».

Il lockdown non ferma l’Isre di Nuoro. La quinta edizione di IsReal, prestigioso festival dedicato al documentario, sarà disponibile gratuitamente dal 2 al 6 dicembre sulla piattaforma streaming di MYmovies.it. I Musei Civici di Cagliari stanno lavorando alacremente in previsione della riapertura su diverse novità in grado di soddisfare le esigenze del pubblico nel pieno rispetto delle regole necessarie a superare il difficile momento che viviamo. Il Macc, museo di arte contemporanea di Calasetta racconterà sui social tutte le fasi di creazione di un’esposizione, per far conoscere al pubblico come nasce una mostra.

Gli spazi imbronciati

Sempre “dai cancelli chiusi” ci risponde Antonella Camarda, direttrice del Museo Nivola di Orani: «Naturalmente il decreto non fa distinzione tra grandi e piccoli musei. Il traguardo è il raggiungimento della salute di tutti e la ripresa della piena attività espositiva. Per noi è importante ribadire che l’attività del museo non si ferma. Abbiamo un ruolo anche nel territorio e continueremo infatti a lavorare, i nostri progetti si potranno seguire sui canali online che saranno costantemente aggiornati – ribadisce Camarda –. Sono tanti e impegnativi a partire dalla la collezione permanente e la mostra temporanea dell’artista americana Sarah Entwistle.

Naturalmente niente può sostituire l’esperienza dal vivo, citando Costantino Nivola: “Solo l’allontanamento delle persone rende gli oggetti imbronciati e offesi. Lo spazio stesso si sente inutile se non è sentito e vissuto”».



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