La Nuova Sardegna

“Mafiosi” ma sardi: si chiama Fadda la famiglia di Fargo

di Paolo Curreli
“Mafiosi” ma sardi: si chiama Fadda la famiglia di Fargo

Quarta stagione: sorprendente scelta degli autori sull’origine del clan alla conquista di Kansas City

24 novembre 2020
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È arrivata su Sky Atlantic il 16 novembre, (ogni lunedì alle 21.15 su e in streaming su Now tv ) la nuova stagione di “Fargo”. La serie antologica creata da Noah Hawley arrivata al suo quarto capitolo. Le prime tre stagioni mantenevano fermo l’omaggio ispirato all’omonimo capolavoro del 1996 dei fratelli Coen – che anche adesso rivestono il ruolo di produttori esecutivi –, in quest’ultima serie la trama e le ambientazioni si discostano dal tòpos ricco di humor nero del film, basato sulle vicende che nascono dall’incontro di un personaggio di estrema malvagità, un protagonista di altrettanta estrema ingenuità e un tutore dell’ordine che deve fermare la deriva violenta nonostante la sua estrema fragilità, (la poliziotta incinta o il giovanissimo investigatore).

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Tutto sullo sfondo dell’ isolato e gelido Midwest, in cui l’avidità si contrappone alla rigida morale della provincia in una spirale criminale sempre più complicata.

Adesso Noah Hawley ambienta nel Missouri del 1950 i nuovi episodi di Fargo che raccontano di due fra le organizzazioni criminali più temibili di Kansas City – quella italiana e quella afroamericana – che decidono di provare, attraverso un patto estremo, a stabilire una tregua e a spartirsi i proventi dei traffici illeciti.

Ma non è l’unica novità, ce n’è un’altra piccola ma sostanziale: i mafiosi italoamericani, che nella tradizione filmica “devono” essere di origine sicula nella storia di Noah Hawley provengono da un’altra isola del Mediterraneo: la Sardegna. La famiglia (nel senso del termine e in quello dell’organizzazione mafiosa) porta l’innegabile cognome sardo di Fadda.

Non si pensi a un errore tutto americano – quello che confonde e racconta spesso a grandi linee un’Europa confusa e stereotipata –, al cognome Fadda si accompagnano nella fiction un chiaro accento e nomi di persona di assoluta e innegabile origine sarda. Il figlio del boss Donatello Fadda è Iosto (proprio come il figlio di Amsicora, eroe sardo nella guerra contro l’antica Roma), interpretato dal bravo Jason Schwartzman, la sorella si chiama Nennedda e tanti altri piccoli particolari porteranno, per chi li saprà cogliere, alla Sardegna. Una novità; a memoria d’uomo non si ricorda una produzione così importante da oltreoceano che citi l’isola al centro del Mediterraneo. Si potrebbe ricordare Willy il bidello dei Simpson (inventato da Matt Groening e da un quasi omonimo David X. Cohen) che parla sardo solo nell’edizione italiana, soluzione più vicina al rude scozzese dell’originale. Sulla genesi di questa scelta è a oggi molto difficile indagare, un sardo tra gli sceneggiatori? La voglia di staccarsi dallo stereotipo siciliano-clabrese e campano? Ancora – anche negli ambienti Sky Italia – non si è trovata una risposta.

Ma non è l’unica novità che arriva per “Fargo 4” dall’Italia: nel cast c’è Salvatore Esposito (Gomorra) interpreta Gaetano il fratello minore di Josto, cresciuto in Sardegna, lontano dalla sua famiglia. Uomo spietato e senza scrupoli, negli anni in Italia Gaetano uccise i comunisti per Mussolini, costruendosi una reputazione per la sua crudeltà e diventando alla fine un boss a pieno titolo. Secondo Gaetano un banchiere non dovrebbe mai essere più potente di un soldato.

Nei panni del boss Donatello c’è Tommaso Ragno (Il miracolo), padre di Josto e Gaetano, immigrato dalla Sardegna di prima generazione. Si è introdotto di nascosto negli Stati Uniti quando aveva diciassette anni con i soldi che guadagnava uccidendo anarchici per conto del governo italiano.

Francesco Acquaroli (Suburra) indossa i panni di Ebal Violante, consigliere di Donatello Fadda. Gaetano Bruno (Indivisibili) interpreta il ruolo di Constant Calamita, uno scagnozzo dei Fadda, un tipo garbato e disinvolto, ma in realtà è un assassino senza scrupoli.
 

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