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Torna IsReal, il cinema del reale dalla Sardegna al Cile di Guzmán

Fabio Canessa
Torna IsReal, il cinema del reale dalla Sardegna al Cile di Guzmán

Il festival trasloca su internet: 21 film in programma dal 2 al 6 dicembre sulla piattaforma MYmovies

26 novembre 2020
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NUORO: In un anno così difficile segnato dalla pandemia, e con le sale chiuse, anche IsReal - Festival del cinema del reale si trova costretto a spostarsi in streaming. La manifestazione organizzata dall’Isre (con la partecipazione di Fondazione di Sardegna e Fondazione Sardegna Film Commission) si svolgerà dal 2 al 6 dicembre 2020 sulla piattaforma online di MYmovies. Cambia la dimensione, da quella classica dell’auditorium «Lilliu» di Nuoro a quella digitale, ma non lo spirito del festival.

Finestra sul panorama documentario contemporaneo e osservatorio privilegiato sul mondo circostante, IsReal continua a creare un ponte tra i popoli e le culture per mezzo del cinema. «A mancare – sottolinea Alessandro Stellino, al quinto anno come direttore artistico – sarà solo la dimensione di condivisione fisica, in presenza, la possibilità di discutere delle opere a caldo, e di interpellare i registi. Il programma di film che abbiamo composto per questa quinta edizione di IsReal rispetta l’alto livello di quelle precedenti nel proporre opere originali e coraggiose, in linea con la missione di ricerca etno-entropologica dell’Istituto superiore regionale etnografico della Sardegna e del festival».

Sono 21 i film in calendario. Tre di questi compongono il già annunciato omaggio a Patricio Guzmán: “Nostalgia della luce” (2010), “La memoria dell’acqua” (2015) e il più recente “La cordigliera dei sogni” (2019) dove il grande documentarista cileno riflette a fondo sul tema della memoria legata alla storia del suo Paese segnato dalla lunga dittatura di Pinochet (Guzmán fu arrestato all’indomani del colpo di stato del settembre 1973 e fuggì dopo due settimane di detenzione nello stadio di Santiago).

Sono invece nove le opere che partecipano al concorso internazionale, a cominciare da “Sapelo” dello svizzero Nick Brandestini scelto come film d’apertura. Il titolo prende spunto dal nome di una piccola isola al largo della Georgia, negli Stati Uniti, popolata da poche decine di abitanti dell’etnia Geechees, discendenti delle popolazioni dell’Africa occidentale portate in schiavitù tra il 1700 e il 1800. Altri cinque lavori fanno parte della sezione fuori concorso e tra questi da segnalare “Faith”: l’ultimo film della compianta Valentina Pedicini, regista pugliese scomparsa pochi giorni fa che qualche anno fa aveva girato nel Sulcis il documentario “Dal profondo”.

A completare il programma la nuova sezione Camineras, dedicata a opere di registi sardi o realizzate in Sardegna. Ne fanno parte “Padenti” di Marco Antonio Pani, sull’estrazione del sughero nella foresta di Is Pranus; “Il rito” di Silvia Perra, sul rito magico e curativo de sa mexina de s’ogu nella piccola comunità agro-pastorale di Assolo; “Ananda” di Stefano Deffenu, diario di viaggio nella metropoli indiana di Bangalore alla ricerca di un’antica leggenda; “Intra montes” di Antonio Frascella, con protagonista l’ex ergastolano Annino Mele.

Non mancheranno i momenti di approfondimento, per la mattinata del 5 dicembre è previsto l’incontro/dibattito dal titolo “L’antropologia visuale intorno e oltre il film etnografico” a cui parteciperanno Paolo H. Favero (università di Anversa), Felice Tiragallo (università di Cagliari), Vincenzo Esposito (università di Salerno), Francesco Marano, (università della Basilicata), Greca Meloni (università di Vienna) e Rossella Ragazzi (università di Tromso).

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