La Nuova Sardegna

Migliaia di protagonisti, da Maria Carta in poi

di Leonardo Marras
Migliaia di protagonisti, da Maria Carta in poi

Tenere viva la memoria delle ricchissime e originali espressioni della cultura musicale dell’isola

17 dicembre 2020
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Tra i suoi compiti istituzionali la Fondazione Maria Carta non ha solo quello di tenere vivo il ricordo della grande artista scomparsa nel 1994 e essere una privilegiata divulgatrice del suo straordinario estro interpretativo, specie tra i più giovani, e non solo per l’apporto fondamentale che ha dato alla conoscenza e alla promozione del nostro patrimonio etnomusicale. Fin dalla sua costituzione nel 2002 la Fondazione ha rivolto la sua attenzione proprio a tenere viva la memoria di queste originalissime e complesse espressioni che attengono solo alla cultura sarda; e nel contempo ribadirne la loro attualità e valenza anche nella nostra contemporaneità, considerandole non sterili reperti museali oggetto di studio, ma pratiche concrete nelle quali si innestano valori propri della nostra identità. Un percorso come quello tracciato tra le pagine di questo “Boghes e sonos” tenta di fissare alcuni di questi aspetti abbracciando un ventaglio di stili e repertori che, anche non guardando alla stretta tradizione, mettono in evidenza un’altra peculiarità dei sardi. Quella cioè di potersi esprimere nella musica con competenze e originalità anche nell’assorbire e metabolizzare in maniera propria influenze culturali così lontane dalla nostra e preservando e difendendo le proprie. Le centinaia di nomi di protagonisti e figure anche secondarie ed effimere di questo itinerario storico tra la musica prodotta dai sardi in questi ultimi sessant’anni lo stanno a dimostrare. L’opera ha quindi il pregio intanto di documentare e fissare elementi, eventi e aspetti di questo magmatico e diversificato patrimonio che ha segnato anche modi di essere e di manifestarsi di intere generazioni. Riporta alla luce le espressioni di comunità diverse, di paesi e realtà oggi minacciate dallo spopolamento, facendo di questo patrimonio un utile deterrente per arginare il fenomeno, sul solco delle intuizioni scaturite dal progetto “Freemmos”.

“Boghes e sonos” fissa insomma la memoria di uno sviluppo culturale nel segno della musica, e non esclusivamente quella più prossima alla tradizione. E rafforza in questo suo ambizioso progetto la nostra convinzione del ruolo che una figura come quella di Maria Carta ha avuto in tutto ciò. Un riferimento imprescindibile insomma il suo nel suo essere stata personale interprete e sensibile compositrice. Questo allora spiega perché la Fondazione a lei intitolata abbia deciso di sostenere lo sforzo e soprattutto l’obiettivo che si nasconde dietro questa titanica ricerca, arditamente onnivora in questo suo voler registrare capillarmente la complessa scena musicale sarda dal 1960 ai giorni nostri. Per rinverdire l’insegnamento e le intuizioni che dalla sua memoria derivano, per indicare la valenza e l’originalità di questa musica che ci gira attorno. Ancora oggi. Grazie a Giacomo Serreli per questo lavoro immenso che rimarrà patrimonio della storia della musica in Sardegna.

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