La Nuova Sardegna

Una cavalcata lunga 60 anni tra i suoni dell’isola

di GIACOMO SERRELI
Una cavalcata lunga 60 anni tra i suoni dell’isola

Domenica 20 in edicola con la Nuova Sardegna il primo volume della raccolta “Boghes e sonos”

17 dicembre 2020
3 MINUTI DI LETTURA





Pubblichiamo in questa pagina i pezzi introduttivi di Giacomo Serreli e di Leonardo Marras al primo dei tre volumi dell’enciclopedia della musica in Sardegna “Boghes e sonos. 1960-2020”, curata dallo stesso Serreli.

* * *di GIACOMO SERRELI

Trent’anni sono ormai passati dal nostro primo tentativo di recupero quasi storiografico di quanto realizzato in Sardegna nel campo della musica extra colta dal 1960. L’abbiamo aggiornato in più occasioni (l’ultima con l’edizione pubblicata nel 2003) e questi volumi ampliano l’area di ricerca, rinfoltiscono un’anagrafe della musica sarda certo affollata ma ancora per forza di cose qui incompleta, recupera inevitabili dimenticanze e aspetti lasciati per strada in passato, focalizza la sua attenzione anche su ciò che accade ai giorni nostri. Insomma ci ripresentiamo per rendere conto anche delle cose sfuggite, per testimoniare nero su bianco dei molti fermenti che in questo lasso di tempo, i sessant’anni dal 1960 al 2020, hanno caratterizzato il panorama musicale sardo.

Con questa edizione riteniamo, di avere affondato ulteriormente le mani nelle acque della storia della nostra “popular music”; abbiamo forse meglio fissato i contorni della nuova scena rock anche più recente, come dei fermenti che animano il jazz o il recupero della nostra più tipica musica tradizionale. Ma ci siamo spinti anche oltre. Andando a cercare le non poche testimonianze di attività di musicisti sardi lontani dalla loro terra di origine; segnalando gli approcci con la musica sarda o con i suoi musicisti avuti da artisti o studiosi non sardi, italiani come stranieri. E abbiamo voluto fissare la memoria anche per progetti musicali, rassegne, concorsi, festival, programmi radio televisivi, etichette discografiche, film e documentari che si sono sviluppati in questi sei decenni. Il risultato di questa quasi bulimica e capillare ricerca sono le oltre 1740 schede analitiche corredate, dove è stato possibile farlo, da una puntuale indicazione di documenti discografici o bibliografici di riferimento, utili per ulteriori approfondimenti. Le voci delle schede distribuite in ordine alfabetico seguono a una parte introduttiva nella quale, attraverso agili saggi, forniamo un quadro d’assieme dello sviluppo della scena musicale sarda nell’arco di tempo preso in considerazione.

Al fine di facilitare la consultazione alcuni temi specifici riferiti a ristrette aree geografiche hanno come primo elemento nel titolo della scheda la località di riferimento: Alghero per la canzone algherese, Carloforte per quella tabarchina, Sassari per la canzone identitaria sassarese, Bosa per il suo complesso patrimonio e così via. Così le voci relative a gruppi a tenores o simili qui censiti riportano subito nel titolo della scheda la località di provenienza: per il tenore Remunnu ‘e Locu di Bitti occorre cercare la scheda “Bitti- Tenore Remunnu ‘e Locu”. “Boghe e sonos” in questa sua forma non ha la pretesa di essere la “definitiva” ricognizione sulla musica espressa dalla regione Sardegna, ma più modestamente vorrebbe rappresentare un primo punto di riferimento e partenza, utile manuale di consultazione per scoprire la ricchezza, l’originalità e la varietà espressiva del patrimonio musicale sardo. E della sua straordinaria capacità di poter inglobare anche stili e repertori propri di culture altrui, fatti loro dagli artisti isolani. Non è stata impresa semplicissima in assenza di specifici archivi e precedenti ricerche e data la vastità dei terreni battuti in quest’operazione. Gran parte della mole di informazioni qui riportate derivano pertanto per lo più da un certosino lavoro di contatto diretto, porta a porta, con i protagonisti di questo scenario. A questo si sono nel tempo aggiunte anche le opportunità offerte dalla Rete, il tracimante flusso di notizie e informazioni derivanti da una accurata navigazione sui siti online. In questa corsa a ritroso nel tempo abbiamo incrociato porte appena socchiuse; la nostra curiosità ci ha spinto ad aprirle un po’ per arrivare a una ricostruzione più puntuale e documentata nel tentativo di porre in evidenza la quantità e qualità del fare musica in una regione che, anche da questo punto di vista, offre peculiarità irripetibili altrove.

In Primo Piano
L’industria delle vacanze

Tassa di soggiorno, per l’isola un tesoretto da 25 milioni di euro

Le nostre iniziative