La Nuova Sardegna

L’OSSERVATORIO DI MARCELLO FOIS 

«Sguardi contemporanei capaci di catturare l’oggi»

«Sguardi contemporanei capaci di catturare l’oggi»

«In Sardegna si è formalizzata una scuola letteraria autonoma, nata e fiorita qui senza influenze esterne. C’è stata una fase di fondazione, una di ricerca e infine il momento della formalizzazione,...

10 gennaio 2021
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«In Sardegna si è formalizzata una scuola letteraria autonoma, nata e fiorita qui senza influenze esterne. C’è stata una fase di fondazione, una di ricerca e infine il momento della formalizzazione, quello che stiamo vivendo adesso».

Lo dice Marcello Fois, nuorese, uno dei pilastri di quella “scuola sarda” che dagli anni ’90 ha radicalmente cambiato il panorama letterario isolano, influito su quello nazionale e perfino – inventando il festival di Gavoi “L’isola delle storie”– nella diffusione del turismo culturale e nel mercato del libro.

«L’isola ha scoperto la scrittura a partire da se. Una partenza in sordina ma alla grande visto che il fondamento del tutto è un premio Nobel – continua Fois – . Un inizio in ritardo, ma che ci ha permesso di concentrarci su sistemi che ad altri erano sfuggiti. Oggi il panorama si è allargato esprimendo anche una lettura mainstream, più popolare, termine che per me non è diminutivo e per cui ho un rispetto enorme. Significa che si è lavorato bene, ognuno si esprime secondo i suoi modi e non si è tolto spazio a nessuno. Questo è un metabolismo dei fenomeni che produce una forma stanziale, meno volatile e sicuramente, un segno di maturità».

Un popolo di narratori con una antica tradizione poetica che entra nella modernità con il romanzo. «La letteratura è riuscita a farci capire di essere un popolo, cosa che non è stata in grado di fare la politica» sottolinea l’autore nuorese.

L’immagine che delinea lo scrittore è quella di una sorgente che diventa mille torrenti capaci di irrigare diversi territori. «Un ricchezza di generi, tutti eseguiti con grande maturità – spiega Fois –. C’è il post-deleddiano, intimo, sentimentale di Roggeri e Melis. L’impegno di Deroma, Capitta e Savina Dolores Massa. Le incursioni originali nel giallo e nel racconto distopico di Tetti, le trame affascinanti di Pulixi. Solamente per citare alcuni nomi a caso. Senza tralasciare il lungo percorso del bagaglio della lingua su cui concentrano molti autori. Se volessimo racchiudere la nostra storia della letteratura di oggi in tre capitoli i titoli sarebbero: Moderno, Contemporaneo e Attuale. Una prima generazione che si è concentrata nella ricerca di nuovi linguaggi Michela Murgia, io stesso, Milena Agus, Todde. Sempre citando per sommi capi. Quella di mezzo che ha raffinato questi strumenti e l’ultima capace di scrivere e di utilizzarli per raccontare ogni aspetto del mondo di oggi e produrre in tutti i territori della letteratura».

(p.cu.)

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