La Nuova Sardegna

Il ritratto di una personalità complessa

Il ritratto di una personalità complessa

Dal caso Moro al tentativo delle riforme fino allo storico discorso di fine anno

18 gennaio 2021
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Le Picconate non sono esclusivamente l’effetto storico della caduta del Muro di Berlino. Francesco Cossiga si è comportato negli anni del Quirinale, e in quelli successivi, come immaginava si sarebbe comportato Aldo Moro se fosse uscito vivo dalla prigione delle Brigate Rosse. Dunque, un tributo al Maestro che non era stato in grado di salvare. Questa è la tesi di partenza di “Tre minuti trentuno secondi. Francesco Cossiga: i silenzi e il fragore”, libro del giornalista Giampiero Guadagni, pubblicato dalla casa editrice Marcianum Press con la prefazione di Mario Segni, in uscita a dieci anni dalla scomparsa del politico sassarese.

Guadagni è caporedattore del quotidiano Conquiste del lavoro. Per 25 anni collaboratore della Radio Vaticana come cronista politico, si è a lungo occupato di temi sociali e del lavoro per il quotidiano Avvenire. Il suo è il racconto, arricchito da autorevoli valutazioni e testimonianze, della parabola, anche umana, davvero fuori dall’ordinario di una delle figure più importanti e controverse della nostra storia repubblicana. Cossiga ha ricoperto tutte le più alte cariche dello Stato: il più giovane Ministro dell’Interno, il più giovane Presidente del Senato, il più giovane Presidente della Repubblica. Nella sua personalità sono convissuti aspetti diversi e spesso contraddittori: uomo di vastissima cultura e di profonda fede, capace di altissimi confronti ma anche di colpi molto bassi e di polemiche ruvidissime.

Qualunque sia il giudizio, Cossiga costringe comunque a chiederci che fine ha fatto ai tempi nostri la complessità di una qualunque scelta politica, l’urgenza di doverla motivare, mettendo in conto il prezzo salato di non ricavarne immediato consenso. Sul rapporto con Moro, legato a riflessioni sul senso profondo della ragion di Stato, i pareri dei giornalisti Marco Damilano, Marcello Veneziani e Paolo Cucchiarelli. Sollecitati anche su un tema politico forte che unisce Cossiga all’attuale stagione politica: le riforme istituzionali. Tema amaro per il Picconatore, che vide ignorato nel 1991 il suo messaggio alle Camere. Pochi mesi dopo ci fu la richiesta di impeachment. E nel discorso augurale di quel fine anno la sua picconata fu un sostanziale silenzio: l’intervento durò, appunto, solo tre minuti trentuno secondi. In assoluto, il messaggio di fine anno più breve. Il 25 aprile 1992, Cossiga si dimetterà con qualche settimana di anticipo sulla scadenza del Settennato. Un capitolo è dedicato al Cossiga comunicatore, che univa la passione per i baracchini da radioamatore a quella per le tecnologie e l’high tech.

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