La Nuova Sardegna

Dell’Anna, da “Gomorra” a Chili

di Alessandro Pirina
Dell’Anna, da “Gomorra” a Chili

L’attrice protagonista del film di esordio di Giovanni Aloi prodotto dalla cagliaritana “Ombre Rosse”

18 febbraio 2021
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SASSARI. La prima è stata a novembre al Riff, il festival del cinema indipendente di Roma, e l’auspicio era quello di arrivare subito dopo in sala. Ma anche “Tensione superficiale”, opera prima del regista Giovanni Aloi, nonché primo lungometraggio prodotto e distribuito dalla cagliaritana Ombre rosse, si è dovuto arrendere al Covid. E come centinaia di altri film ha dovuto rinunciare alla sala e uscirà dunque direttamente on demand. A partire da oggi “Tensione superficiale” sarà disponibile sulle piattaforme Chili, Rakuten TV e #iorestoinsala, progetto nato a maggio durante il primo lockdown cui hanno aderito circa 40 cinema di qualità su tutto il territorio nazionale.

‘Tensione superficiale’, opera prima di Giovanni Aloi, scritta con Heidrun Schleef e Nicolò Galbiati, è interpretata da Cristiana Dell’Anna, conosciuta al grande pubblico per “Un posto al sole” e soprattutto “Gomorra”, dove interpretava Patrizia, uno dei personaggi centrali delle ultime stagioni. A suo fianco Francesca Sanapo, Benno Steinegger, Philipp Peter Heidegger, Hannes Perkmann, Katja Lechtaler, Katia Fellin, Celine Stampfer e Leo Seppi. Il film è il primo film della casa di produzione e distribuzione Ombre rosse fondata a Cagliari nel 2013 da Luca Cabriolu e Andrea Di Blasio, all’attivo diversi corti e documentari, due film da girare, in fase di sviluppo il primo lungometraggio del sassarese Sergio Scavio, “La guerra di Cesare”, scritto con Pier Paolo Piciarelli e Massimo Gaudioso, lo sceneggiatore di Matteo Garrone.

“Tensione superficiale” è ambientato in Alto Adige. La protagonista è Michela, una ragazza-madre interpretata da Cristiana Dell’Anna. Insoddisfatta del lavoro di receptionist in un hotel sul lago di Resia, estenuata dagli orari che le permettono di vedere solo di rado il figlio, decide di dare una svolta alla propria vita. Una svolta drastica. La ragazza, infatti, varca il confine per lavorare come prostituta nel week-end: in Austria, a pochi chilometri di distanza, le ragazze che vendono il proprio corpo sono tutelate dalla legge e ricevono lauti stipendi. Non appena però in paese si sparge la voce del suo nuovo lavoro, tutta la comunità le si rivolta contro, isolandola e perseguitandola. Il “segreto” di Michela porterà alla luce molte delle ipocrisie quotidiane che sottendono alla vita del paesino montano, trasformando la ragazza in un capro espiatorio perfetto. «Quando mi sono imbattuto in un’intervista a una ragazza italiana che varca il confine ogni giorno per prostituirsi, all’insaputa dei suoi amici e della sua famiglia – ricorda Aloi - ho immediatamente intravisto un enorme potenziale cinematografico in questa vicenda. Il film è una storia di confine, che racconta una storia, lontano da ogni volontà di giudizio, ma con il solo desiderio di stimolare la riflessione su temi quanto mai attuali. Una donna che, adottando un comportamento ritenuto moralmente inaccettabile, trova una via per ottenere ciò che la società esige da lei. Ricostituisce il proprio nucleo familiare in brandelli, ribalta la sua situazione economica, si riscopre donna, desiderabile, forte».

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