La Nuova Sardegna

Morto Claudio Coccoluto, re dei dj

di Michele Cassano
Morto Claudio Coccoluto, re dei dj

Aveva 59 anni, con il suo mixing ha conquistato il pubblico da Roma a New York

03 marzo 2021
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ROMA. Appena diffusa la notizia della sua morte, i social sono letteralmente esplosi, perché tanti, tantissimi, hanno ballato con la sua musica. Ed oggi che la pandemia ha spento da un anno le luci dei locali notturni, la nostalgia per le serate magiche che sapeva regalare si è fatta ancora più forte. Si è spento a 59 anni, nella sua casa di Cassino, Claudio Coccoluto, uno dei più noti dj italiani. Il più grande, secondo molti, capace di portare i suoi ritmi e le sue sonorità innovative da una parte all’altra del mondo. Come ricorda il sito del “Corriere della Sera”, che ha dato la notizia della scomparsa, l’artista lottava da un anno contro una grave malattia. Lascia la moglie Paola e ai figli Gianmaria e Gaia.

Aveva cominciato a giocare con i dischi da ragazzo nel negozio di elettrodomestici del padre, vicino Gaeta, città di cui era originario. Le prime performance su Radio Andromeda, l’emittente locale, poi in altre radio pirata e nelle discoteche. Da lì un’escalation che lo ha portato a esibirsi in alcuni dei locali più noti al mondo della scena europea, a partire da Londra, e americana. Fu, ad esempio, il primo artista europeo ad esibirsi nel Sound Factory Bar di New York. Una produzione mai scontata, sperimentando sonorità nuove della musica elettronica, che lui stesso definiva underground, per segnare uno stile tutto suo che miscelava i generi più disparati, dalla house di Chicago e Detroit fino ai ritmi latini, sempre con l’obiettivo di creare un feeling con il pubblico nei grandi party che guidava. Era ricercatissimo per i compleanni di personaggi noti, per serate organizzate da grandi aziende, ma anche per eventi musicali come gli Mtv Awards. Nel 2003 Pippo Baudo lo chiamò anche, primo dj italiano, nella giuria di qualità di Sanremo, dove poi tornerà per altre due volte per portare una voce diversa in un mondo apparentemente lontano dal suo. E ieri infatti il festival gli ha reso omaggio nella sua prima serata.

Il suo nome era indissolubilmente legato alle serate romane. Soprattutto al Goa, locale da lui fondato insieme a Giancarlino, che ora lo ricorda come «il maestro più grande e l’amico di sempre». In carriera anche collaborazioni con riviste, come L’Espresso, per raccontare la vita notturna in Italia, apparizioni nel mondo del cinema e, soprattutto, della tv. Tante le sue attività, a dimostrazione della poliedricità dell’artista, che nel cuore aveva prima di tutto la musica.

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