La Nuova Sardegna

Musica e apparizioni nei racconti di Murakami

Musica e apparizioni nei racconti di Murakami

Appena uscita per Einaudi una raccolta dal titolo “Prima persona singolare” L’autore giapponese trasporta il lettore in un poetico universo parallelo

11 aprile 2021
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Eterno candidato al premio Nobel per la letteratura, inspiegabilmente non ancora arrivato, Haruki Murakami è lo scrittore giapponese più celebre al mondo. Un autore maratoneta, nel senso sia di esperto corridore (a questa passione ha dedicato il saggio “L’arte di correre”) sia di instancabile creatore di storie. Con libri tradotti in tutte le lingue, milioni di copie vendute, prestigiosi premi in patria e non solo.

Se la sua grandezza si misura in straordinari romanzi come “Norwegian Wood”, “Dance Dance Dance” e “1Q84” per citarne soltanto tre, lo scrittore settantaduenne vanta anche un’importante produzione di racconti memorabili. Per esempio “Granai incendiati” presente nella raccolta “L’elefante scomparso e altri racconti” che recentemente ha ispirato un magnifico film come “Burning” del coreano Lee Chang-Dong. Una nuova raccolta è appena uscita per Einaudi, “Prima persona singolare” (144 pagine, 18 euro, traduzione di Antonietta Pastore). Oltre a riprendere quello di uno dei racconti, l’ultimo, il titolo rivela la scelta narrativa comune alle otto storie brevi che compongono il libro: l’uso della prima persona singolare. Un io in cui imprecisati spunti autobiografici, difficile segnarne i contorni, si avvolgono nell’inesauribile fantasia dell’autore giapponese.

D’altronde la memoria è uno degli strumenti principali di chi scrive e il discorso vale di più per Murakami che ha tra i temi ricorrenti della sua poetica quello della nostalgia. La malinconia per la gioventù (per lui gli anni Sessanta), i ricordi che riaffiorano per un dettaglio, i rimpianti, le ragazze amate, sono elementi che tornano spesso in questi racconti. Basta pensare al primo, “Su un cuscino di pietra”, incentrato su una donna con la quale l’io narrante (sarà proprio a Murakami o no?) ha passato, «per un inatteso sviluppo della situazione», una notte insieme quando frequentava il secondo anni di università: «Dopodiché non ci siamo mai più visti». Di lei ricorda alcuni tanka (componimenti poetici) che gli sono rimasti nel cuore, ma non il nome. Come non sa quello di una ragazza incontrata un giorno in un corridoio al liceo, e mai più vista, che «stringeva gelosamente al petto un disco». L’album in questione è “With the Beatles”, il secondo dei Fab Four, e si chiama così anche il racconto. Forse il più bello di questa raccolta. La musica non manca quasi mai nelle sue storie. In alcune di queste è assoluta protagonista, in particolare nei racconti “Carnaval”, che riprende il titolo dalla composizione di Schumann, e “Charlie Parker Plays Bossa Nova” in cui incontra in sogno il grande sassofonista conosciuto anche come Bird.

L’apparizione di qualcosa di inspiegabile è tipica di Murakami, la realtà quotidiana che costituisce la partenza delle sue narrazioni si tinge spesso di surreale. Ma nonostante le cose assurde che succedono non viene mai da chiedersi il significato di questo o di quello. Lo scrittore giapponese ti trascina nel suo mondo dove non è così sorprendente, non c’è incongruenza, nell’incontrare una scimmia con la quale chiacchierare come nel racconto “Confessione di una scimmia di Shinagawa”. Leggendo le storie di Murakami si vive in un’altra dimensione e quelle di questa raccolta rappresentano un bel compendio della sua letteratura.

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