La Nuova Sardegna

il libro 

La brillante ironia di Gigi Proietti nelle poesie di ’Ndo cojo cojo

ROMA. «Ebbene, sì. Confesso. Scrivo roba in versi. Mi dichiaro rifugiato poetico». Gigi Proietti, scomparso il 2 novembre del 2020 nel giorno del suo 80esimo compleanno, è stato il più grande attore,...

17 aprile 2021
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ROMA. «Ebbene, sì. Confesso. Scrivo roba in versi. Mi dichiaro rifugiato poetico». Gigi Proietti, scomparso il 2 novembre del 2020 nel giorno del suo 80esimo compleanno, è stato il più grande attore, regista, scrittore e interprete di un universo umano che attingeva spesso a Roma, a cui ha dato voce nella sua anima più nobile e più popolare insieme.

Stava scrivendo un libro di memorie (Rizzoli, 228 pagine 17.50 euro) “’Ndo cojo cojo. Sonetti e sberleffi fuori da ogni regola”. In libreria dal 20 aprile con illustrazioni di una della sue due figlie, Susanna e altre dello stesso Gigi.

Il volume è a cura di Sagitta Alter (al suo fianco fin dal 1962, «siamo antichi concubini» amava dire lui genio della risata e non solo). E proprio le due figlie Carlotta e Susanna nell’introduzione sottolineano come si siano interrogate a lungo se pubblicare o meno il libro incompiuto del padre e come, insieme alla madre, abbiamo deciso di farlo integrandolo con sonetti e altri lavori del padre. «Il fatto che sia rimasto incompiuto ci ha fatto riflettere a lungo sull’aspetto malinconico dell’incompiutezza. Su quanto sia giusto pubblicare un lavoro non finito e rivisto dalle mani che gli hanno dato la vita. L’infinita saggezza di mia sorella Susanna è stata decisiva – sottolinea Carlotta, attrice –. È papà che ci sta dicendo cosa farne: ’Ndo cojo cojo, unire i puntini e creare un apparente caos... solo apparente; come a dire, nel suo repertorio dove cogli, cogli bene...».

Una mescolanza eterogenea di elementi differenti tra loro, il marchio di fabbrica che ha contraddistinto la carriera di Gigi Proietti. Sono circa ottanta sonetti scritti tra il 1997 e il 2020, insieme a una quindicina di poesie in versi liberi e alcune riflessioni scritte durante il lockdown della scorsa primavera. Leggendoli si ha la netta sensazione di sentire la voce che declama, sorride, cancella, si autocritica... Proietti ha regalato alla lingua italiana espressioni, parole, significati. La sua romanità si riversava soprattutto nella scrittura dei sonetti: alcuni sono diventati un appuntamento fisso anche per i lettori del Messaggero o del Fatto quotidiano.

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