La Nuova Sardegna

Rapiti insieme con Flora, la regina della trash tivù

Rapiti insieme con Flora, la regina della trash tivù

Carico di suspence e di sorprese il nuovo romanzo di Alessandro Robecchi Sguardo lucido e non ortodosso sulle derive delle società contemporanee

18 aprile 2021
3 MINUTI DI LETTURA





Flora De Pisis è una delle maggiori celebrità del Paese. Anche chi non guarda il suo “Crazy Love” la conosce, pure se non vorrebbe. In otto milioni la attendono, puntata dopo puntata, il mercoledì sera. È un pubblico che «non distingue il falso dal vero», che «confonde i pixel con il mondo», che «ha così poche speranze da sperare consapevolmente nella menzogna». Che quando Flora dice «anche questo fa fare l’amore», sente di non avere niente più da chiedere alla vita. E lei, la «Madonna delle curve Auditel», con quelle luci da quattromila watt puntate sul volto che annullano ogni traccia di età e di umanità (è ormai, infatti, un essere non di questo mondo, divino), è sempre lì pronta a dare alla gente quello che la gente vuole, dal canale principale della Grande Tivù Commerciale di proprietà di un’altra entità ultra-umana, il dottor Calleri.

Quella Tivù che Carlo Monterossi - che Flora e “Crazy Love” li ha letteralmente inventati salvo poi pentirsene quando conduttrice e programma sono precipitati nell’abisso del trash da cui non c’è ritorno - chiama Grande Fabbrica della Merda. Nonostante l’enorme popolarità, Flora non ha guardie del corpo: tutto pensa le potrebbe accadere meno che di venire rapita. Che però è proprio quello che le accade. La sorpresa, oltre alla paura, è tanta, ma cresce quando conosce i rapitori e le loro motivazioni: un uomo, Corrado, sulla sessantina, elegante nell’aspetto e nei modi, colto e dalla calma olimpica che riesce a contagiare a chi gli sta attorno, e Caterina, più giovane, colta anche lei, non meno affabile e disponibile nei suoi confronti. Cosa vogliano lo comunicano attraverso i video che registrano nel capannone in cui tengono prigioniera la star e in cui hanno allestito un attrezzatissimo set televisivo: «Dieci milioni di euro, da depositarsi su conti correnti esteri che vi saranno indicati con varie modalità». E fin qui, siamo nella norma. È la seconda condizione che sbalordisce Flora, fa salire l’attesa del pubblico e manda nel panico le istituzioni e il dottor Calleri (che però già intravede incredibili introiti all’orizzonte): «Un’ora di emissione su tutte le reti della Grande Tivù Commerciale, e online sulle piattaforme collegate, alle ore 21 del 24 luglio, senza pause pubblicitarie». Cosa faranno dire in diretta i due delinquenti alla povera Flora, protagonista della trasmissione? Verranno rivelati segreti tali da mettere in pericolo la tenuta della nazione intera? E poi: provare a trattare con loro o non muoversi di un passo dalla linea della fermezza? Ai punti davvero salienti della trama di “Flora” di Alessandro Robecchi (Sellerio, 384 pagine, 15 euro) non facciamo nessun cenno, per preservare intatto il piacere della scoperta. Parliamo di “piacere” perché siamo davanti a uno dei romanzi più belli usciti da anni a questa parte, scritto in evidente stato di grazia da un Robecchi che alterna con maestria i registri più differenti. E che, e in questa intuizione risiede la qualità prima dell’opera, costruisce un’architettura narrativa che fa degli spettatori di Flora, i quali la seguono quasi increduli per sessanta minuti mentre dà una prova inedita e imprevedibile di sé, i lettori stessi del romanzo. Così come loro sono “costretti” a stare di fronte alla tv, così noi siamo “costretti” a stare, per così dire, di fronte al libro. E non c’è altro luogo in cui si vorrebbe stare.

In Primo Piano
Santissima Annunziata

Sennori, cade dallo scooter all’ingresso del paese: grave una sedicenne di Sorso

Video

Impotenza maschile e suv, ne discutono le donne: la risposta di Geppi Cucciari ai talk show dove soli uomini parlano di aborto

Le nostre iniziative