La Nuova Sardegna

Riparte “IsReal” omaggio a Grazia Deledda

di Sabrina Zedda
Riparte “IsReal” omaggio a Grazia Deledda

Dal 25 al 30 maggio rassegna col pubblico in sala. Un’edizione dedicata al cinema al femminile 

20 maggio 2021
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Un’edizione al femminile, con decine di proposte tra cui spiccano l’omaggio a Grazia Deledda, nel 150esimo anniversario della nascita, e quello alla grande documentarista, recentemente scomparsa, Cecilia Mangini, che alla scrittrice premio Nobel ha dedicato il suo ultimo lavoro. Dal 25 al 30 maggio a Nuoro ritorna IsReal, il festival del cinema del reale dedicato alle produzioni di carattere etnoantropologico ma aperto anche alle forme contemporanee, ibride e sperimentali del cinema. Organizzato dall’Istituto etnografico della Sardegna, dietro la direzione artistica di Alessandro Stellino, l’evento giunge alla sesta edizione.

A pochi giorni dal via, l’emozione degli organizzatori è palpabile. Con l’entrata della Sardegna in zona gialla il festival potrà finalmente aprire le sale (quelle dell’Auditorium Giovanni Lilliu e del Teatro Eliseo) e ospitare di nuovo il pubblico. «Nel settembre 2020 – racconta Alessandro Stellino – abbiamo dovuto proporre la quinta edizione in remoto ma ora possiamo riaprire e, grazie allo slittamento dell’orario del coprifuoco, potremo permetterci anche di allungare un po’ le serate».

Nella settimana della manifestazione saranno proposti una cinquantina di lavori: dieci sono quelli in concorso, arrivati da tutto il mondo, il resto sono delle chicche. Come la retrospettiva dedicata al maestro Luigi Di Gianni, organizzata in collaborazione con la Cineteca di Bologna. Partendo dall’omaggio a Grazia Deledda, due sono i lavori che saranno presentati: “Grazia Deledda, la rivoluzionaria”, l’ultimo documentario di Cecilia Mangini (realizzato insieme a Paolo Pisanelli), che sarà proposto qui in prima assoluta. Sarà l’occasione per ricordare la scrittrice nuorese, ma anche per omaggiare Mangini, amica di IsREal e prima documentarista donna in Italia. Il festival proporrà anche un altro lavoro dedicato alla Deledda: “Cercando Grazia”, della regista Maria Grazia Perria, che segue undici giovani attrici mentre si raccontano durante il casting per la preparazione di un film sulla giovane Deledda.

Proseguendo nel segno del femminile, nutrito è il cartellone della rassegna, intitolata “Essere donne” e curata da Daniela Persico, focalizzata sulle registe che per raccontarsi, o raccontare storie di donne, si sono messe dietro la macchina da presa sfidando un mondo prettamente maschile. La rassegna è strutturata in quattro programmi e va dal confronto, che attraversa mezzo secolo, tra opere di artiste che hanno cambiato la relazione con il soggetto filmato (registe come Margareth Mead o la vietnamita Trinh T. mInh-Ha), a uno spaccato della presa di consapevolezza femminile tra gli anni Sessanta e Settanta (Gunvor Nelson), passando per l’omaggio a Chantal Akerman che con le sue inquadrature segna «uno stato dell’anima che è anche presa di distanza dalle consuetudini» del cinema maschile. Sino allo sguardo di autrici irriverenti capaci di mettere al centro una battaglia che, partendo dal femminismo, voleva abbattere sfruttamento sociale e discriminazione (è il caso della regista Barbara Hammer).

Il 25 maggio a inaugurare il festival sarà il pluripremiato “Nardjes A.” di Karim Äinuz, girato in Algeria durante una manifestazione organizzata contro la candidatura del presidente Bouteflika. Si entra poi nel vivo del concorso con i film – molti in anteprima nazionale – che saranno proiettati in sala ma anche sulla piattaforma Mymovies. Si parte con “Piedra sola”, dell’esordiente Alejandro Tarraf, la storia di un pastore di lama dell’Argentina sulle tracce di un puma che minaccia il suo gregge. Sarà proposto anche il lungometraggio “The postcard” di Asmae El Moudir, un delicato ritratto su una comunità di donne. Tra i film fuori concorso sono da segnalare “Menocchio” di Alberto Fasulo, sull’eretico Domenica Scandella e “Guerra e pace”, film di D’Anfolfi e Parenti, in uscita in Italia in questi giorni. L’omaggio al documentarista Luigi di Gianni proporrà invece tredici opere realizzate tra il 1958 e il 1968, tra cui “La punidura”, unico film del regista realizzato in Sardegna.

«Il festival sarà una festa di incontri creativi che accendono le visioni del reale, di prospettive e di visioni per confrontare esperienze, tessere relazioni, esplorare territori», commenta la commissaria dell’Isre, Stefania Masala. La manifestazione è realizzata con la partecipazione della Fondazione di Sardegna e della Film Commission regionale che si occuperà dell’ospitalità di registi e produttori in arrivo.

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