La Nuova Sardegna

ESTATE DETOX 

Turisti a pranzo in soggiorno per gustare l’isola

Turisti a pranzo in soggiorno per gustare l’isola

A Lollove, borgo deleddiano sotto Nuoro (13 residenti, 30 proprietari di case), hanno coniato il brand Lollover: notti d’amore come vi garba, meglio se in beata solitudo “dopo una passeggiata nel...

06 giugno 2021
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A Lollove, borgo deleddiano sotto Nuoro (13 residenti, 30 proprietari di case), hanno coniato il brand Lollover: notti d’amore come vi garba, meglio se in beata solitudo “dopo una passeggiata nel bosco e una cena da gourmet marchio Ortobene”, spiega Simone Ciferni, 32 anni, laurea in Economia. Con lui si muovono la Casa-Museo, Salpare e l’Associazione UniAmoci Lollove che a luglio celebrerà anche il premio Nobel nato tra le case basse di Santu Predu. A Santulussurgiu - paese d’ombre tra i meglio conservati in Sardegna - da oltre dieci anni fa scuola d’accoglienza elitaria “L’antica dimora del gruccione” con una Gabriella Belloni e socie che hanno dato un’alzata di stile all’ospitalità sarda che parla inglese e tedesco, francese e lingue orientali. Poco distante, a Paulilatino, tra il nuraghe Losa e il pozzo sacro di Santa Cristina dove luna e sole si rispecchiano nell’acqua durante i solstizi di primavera e autunno, è sorto un unicum nuragico, singolare reazione imprenditoriale sarda dopo i giorni neri del Covid: all’ingresso del paese c’è il primo giardino sensoriale della Sardegna, creato da una coppia di ex dipendenti Meridiana ridiscesi sulla terra al centro della Carlo Felice. Il nome di quest’Eden tutto verde con sprazzi di bianco, rosso, blu e giallo è “Bivi”. Non solo vuol dire - in limba - di riprendere a vivere dopo lockdown e mascherine, ma sta anche per le iniziali di Bianca e Viola, belle figlie di Antonello Deiola 53 anni di Zeppara (Ales) e Simora Firinu di Paulilatino, quelli che prima osavano in cielo a ottomila metri di quota. Camminate tra filari di rose d’ogni tipo – dall’Imperatrice Farah alla Wanda Ferragamo – e in mezzo a 187 varietà di piante. Scegliete voi: uve tra fragola bianca e moscato, frutti di bosco con more senza spine e i ribes nero e bianco, vi ubriacherete di profumi sardissimi tra tanti tipi di timo (“armidda”) e con tutto ciò che vi dicono le vostre conoscenze botaniche. Non parliamo di querce e lecci, perastri e meli, fichi e trenta tipi di susini. I bambini conoscono il senso del tatto camminando scalzi tra sabbia, sassolini o tappeti di sughero. L’udito è affidato a una cascata d’acqua. L’olfatto quando si è tavola.

Dormire nel silenzio

Chi arriva da fuori va a dormire nei B&B e da Visos, albergo diffuso che vuol dire sogni, diretto da Chiara Floris, ex dipendente RyanAir, laureata plurilingue, regina di sorrisi tra fornelli e librerie. Chiara e Visos hanno attirato l’attenzione della televisione francese. La rete ammiraglia Tf1 il 15 maggio ha dedicato un intero programma (“Les secrets de la Sardeigne”) a questo miniresort voluto dal bioarchitetto Francesco Urgu che ha recuperato l’antica dimora di famiglia senza un solo materiale inquinante. E ora Chiara e l’amica Giulia garantiscono colazioni a chilometro zero, pane che sa di grano con casizzolu e miele amaro, pulizie fatte con detersivi ecologici. Chiara: «Fiore all’occhiello è il Bisos social eating, cioè la possibilità di cenare, senza mutuo in banca, presso una famiglia del paese: piatti tradizionali che seguono la stagionalità, carni locali e pesci del golfo di Oristano, verdure dell’orto, ma soprattutto un’accoglienza riservata ai vecchi amici di famiglia». Quanti ospiti? «Prima del Covid tanti, poi il crollo. Ma vogliamo essere ottimisti: ripartiamo lunedì 16 giugno, siamo in contatto con francesi, belgi, tedeschi, statunitensi e neozelandesi. Turisti motivati a vivere un’esperienza diversa, forse più intensa, che amano la Sardegna di dentro, quella delle zone interne per intenderci, ma anche il mare. Dopo la spiaggia vogliono dormire nel silenzio di un villaggio, semmai svegliati dai rintocchi del campanile di San Teodoro».

Nel cuore dell’isola

Zone interne che, in tutta l’isola, dal Sulcis alla Gallura, vogliono trovare risorse da new e green economy. Trovate chi vi offre un week end Logout Livenow: a Ulassai, in Ogliastra, vi propongono il Digital Detox nei boschi dove osavano Maria Lai e le sue caprette con gli echi di Lola. E Gavino Puggioni di Ploaghe, 28 anni, laurea in Economia del turismo tra Milano Bicocca e Mosca, si è trasformato in terapeuta. Lui, dopo aver studiato Stuart Mill e Carlo Marx, vi distrae disintossicandovi da telefono, tablet, personal computer, e tutte le altre diavolerie di questi nostri giorni di streaming e webinar, portandovi col fratello Giuliano a passeggio tra Dorgali e Alghero, nei villaggi spopolati post-alluvione di Osini e Gairo, nel Sarrabus e nel Sinis, in Marmilla zona Barumini e in Goceano al Castello di Burgos. Dice: «C’è un forte bisogno di disconnessione dopo quasi due anni di segregazione domestica: noi offriamo pacchetti di due tre giorni per riscoprire il piacere del contatto umano». A queste iniziative post lockdown («disconnettersi da internet, dallo stress della vita quotidiana e riconnettersi con se stessi, la natura e le altre persone», precisa il Puggioni-terapeuta), si affiancano quelle già consolidate da anni, una sorta di “zoccolo duro” del saper fare impresa. Con una qualità dell’offerta che, proprio nei piccoli centri tra Nord e Sud dell’isola, segnano un cambio di passo. Certo. Ci sono ancora trattorie, ristoranti e agriturismo da gamberoni e astici del Pacifico, carni del Sudamerica comprate nei megamarket universali o maialetti surgelati in arrivo dall’Olanda. Ma il soggiorno dei turisti in Sardegna sta cominciando, pur lentamente, a cambiare.

La legge della qualità

Più di prima detta legge la qualità. E - col mare calamita eterna superstar - c’è più attenzione per le zone interne. Il Tasting Sardinia di Ivo Pirisi, biologo di 46 anni di Escolca, fra Trexenta e Sarcidano, seleziona i visitatori amanti del vino e del cibo, propone “autentici tour culinari nell’isola per far assaporare la vera Sardegna” in quello che lui definisce “turismo esperenziale”. Pirisi dirige anche il portale “Longevity Academy” col quale struttura “i percorsi dei centenari” (Perdasdefogu-Villagrande-Arzana paesi blue-zone) e fa scoprire «i segreti della longevità tra vita sana e cibi genuini». Pensa a «una struttura ricettiva a Nurachi con un laboratorio culturale che si chiamerà Casa Mediterranea». Nell’Oristanese, a Tramatza, da quindici anni primeggia l’azienda agricola con annessa fattoria didattica della famiglia Orro. Davide, 48 anni, agronomo: «Produciamo circa ventimila bottiglie di vernaccia e Nieddera, abbiamo una rete di collaboratori di B&B, metto in contatto turisti e comunità, ai visitatori faccio vivere la Sardegna». E le scuole? «Prima del Covid seicento studenti all’anno, pronti a ripartire». Nella Sardegna di dentro trovate sorprendente qualità a Tresnuraghes, minihotel La Maison gestito da Claudia Siotto. Idem a Villagrande, Hotel Orlando, bosco di Santa Barbara. «Fra due settimane riapriamo già col tutto esaurito», dice Pietrina Lecca. Quali ospiti? «Soprattutto tedeschi della Baviera, faranno il bagno in piscina sotto Punta La Marmora».

La perla di Oliena

Per non dire del top Su Gologone che da mezzo secolo - nel nome di Peppeddu Palimodde di Oliena - ha battezzato l’eccellenza dell’ospitalità proprio a lato Supramonte. C’è da registrare un altro fatto positivo: queste iniziative avranno una cornice scientifica a settembre nella Scuola di sviluppo locale “Sebastiano Brusco” a Seneghe col sociologo Benedetto Meloni dell’università di Cagliari in collaborazione con Sardarch, Terras, vari Comuni, le università del Piemonte orientale, Torino, Cattolica di Piacenza, centro studi di sviluppo rurale della Calabria, Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) col sostegno Fondazione di Sardegna. Non solo. Per Rosenberg & Sellier sono usciti due libri: “Aree interne e progetti d’area” di Meloni con interventi di Fabrizio Barca, Gianfranco Bottazzi ed Ester Cois e “Turismo sostenibile e sistemi rurali locali” a cura di Meloni e Pietro Pulina. E ci sarà l’imprimatur di Sabrina Lucatelli, esperta delle zone interne italiane. Dice: «I piccoli paesi vanno frequentati e vissuti, la fiducia delle aree marginalizzate ricostruita, le diseguaglianze combattute e i giovani riabilitati, sono stanchi di sentirsi messi da parte».

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