La Nuova Sardegna

Intervista con Marco Predolin: «No alla tv di oggi meglio la cucina»

Alessandro Pirina
Intervista con Marco Predolin: «No alla tv di oggi meglio la cucina»

Negli anni Ottanta era uno dei conduttori di punta di Canale 5. Lavorava fianco a fianco con Mike, Corrado, Sandra e Raimondo

30 giugno 2021
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Negli anni Ottanta era uno dei conduttori di punta di Canale 5. Lavorava fianco a fianco con Mike, Corrado, Sandra e Raimondo. Un’altra epoca, perché Marco Predolin ha cambiato vita, e non da oggi. Dal 2010 lo storico volto del “Gioco delle coppie” è al timone del ristorante “I Pirati” a Porto Rotondo. Prepara i menù, consiglia i clienti, serve ai tavoli, e talvolta gli capita di mettersi ai fornelli. Così avviene da maggio a settembre, da undici anni.

Predolin, com’è stata la ripartenza dopo il Covid?
«Siamo partiti abbastanza bene, la gente c’è. Anche se un po’ stressata. I due anni di pandemia ci hanno cambiato la testa».

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Quando nasce la sua passione per la cucina?
«La ho da sempre. Prima di avere un ristorante in Sardegna ne ho avuto uno a Santo Domingo. Era il periodo del “Gioco delle coppie”. Registravo per tre settimane a Milano e poi partivo per altre tre ai Caraibi. Poi c’è stato un momento di stasi, ho lasciato la ristorazione per fare altro. Tra cui una discoteca a Porto Cervo. Quella che poi sarebbe diventata il Billionaire. Ma io ci ho perso un sacco i soldi».

Nel 2010 l’arrivo a Porto Rotondo.
«Mi è piaciuto subito il locale, proprio sul porto. Anche se non avevo fatto i conti con le difficoltà del lavoro stagionale. Ogni anno devi fare ripartire una macchine ferma. Ma il vero problema è che non si può lavorare per tre mesi all’anno. La Sardegna dovrebbe fare come Croazia e Spagna, che lavorano da maggio a ottobre. Non abbiamo capito il grande bacino di utenza su cui potremmo puntare. Tutta Europa potrebbe venire in Sardegna, ma bisogna adeguare i prezzi dei trasporti, degli hotel, dei ristoranti. Invece, qui ad aprile e maggio pretendiamo di avere gli stessi prezzi di agosto».

Quali sono i piatti che consiglia Marco Predolin?
«Gli spaghetti allo “scoglione”. E poi i crudi, che a me piace presentare alla francese, nei “grand plateau” che qui in Italia sono arrivati solo da pochi anni. E poi da questa stagione consiglio anche il sushi, visto che ho fatto un accordo con il ristorante Shabu di Milano».

Ormai lei considera più conduttore o ristoratore?
«Assolutamente ristoratore. Ormai conduco solo l’auto. Sembra voglia sminuirmi, ma sinceramente non sarei in grado di fare la tv di oggi. C’è solo improvvisazione, tutto viene fatto nel nome degli ascolti. Non fa per me».

Quando è scoccata la scintilla con la televisione?
«Io nasco a Radio Montecarlo, nel 1977. Tre anni dopo il passaggio a Tmc. Poi nel 1983 il grande successo di “M’ama non m’ama” su Rete 4. Così quando Berlusconi compra il canale da Mondadori si prende anche me».

Com’era Berlusconi?
«La prima volta l’ho conosciuto a Rimini. Quella sera ero molto allegro, avevo bevuto qualche mohito di troppo. E in più mi avevano rovesciato una pentola di cozze in testa. Stavo andando al bagno per lavarmi, quando mi hanno presentato casualmente Berlusconi. Mi ha tenuto venti minuti a parlare e non è che io fossi proprio lucidissimo».

Che ricordi ha della Canale 5 di quegli anni?
«C’erano tutti: Mike, Corrado, Mondaini e Vianello, Dorelli. Tutti i miti della mia infanzia. E poi Berlusconi era molto presente, sempre sul pezzo».

È venuto a mangiare nel suo ristorante a Porto Rotondo?
«In tanti anni l’ho incontrato una sola volta. Era un Ferragosto. “E tu che cavolo ci fai qui?”, mi ha chiesto. “Presidente, ho un ristorante: vieni a trovarmi”. Ma alla fine non è mai venuto».

Renzi e Salvini hanno partecipato ai giochi tv: qualche suo concorrente ha fatto carriera?
«Come no. La Ventura, la Cucinotta, la Dellera, Staffelli. E anche Corrado Tedeschi che poi ha preso il mio posto».

A un certo punto ha detto basta.
«Volli prendermi una pausa di riflessione dopo cinque anni ininterrotti di programmi. Mi sembrava di lavorare in una catena di montaggio».

E iniziarono a spargersi voci sul suo conto.
«Dissero che avevo l’Aids, che ero morto. Dovetti andare da Costanzo con il certificato medico per dimostrare che ero vivo e sano».

Nel 2017 il ritorno in tv al Grande fratello vip: lo rifarebbe?
«Pecunia non olet. L’ho fatto per i soldi. Poi però sono finito in questo tritacarne che è la tv di oggi: mi hanno dato dell’omofobo, del bestemmiatore. Non è una tv che fa per me. Ti chiamano per fare l’opinionista e devi dire quello che vogliono loro. Da poco dovevo intervenire in una trasmissione sulla vicenda del figlio di Grillo. “Tu prendi le difese del ragazzo”. Avevano deciso per me. Non ci sono andato».

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