La Nuova Sardegna

1997-98. Il sequestro di Silvia Melis e il suicidio del giudice Lombardini

Silvia Melis durante un sopralluogo nei luoghi del suo sequestro durato lunghi mesi
Silvia Melis durante un sopralluogo nei luoghi del suo sequestro durato lunghi mesi

29 novembre 2021
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Uno degli ultimi sequestri di persona in Sardegna fu quello di Silvia Melis, rapita il 19 febbraio 1997 a Tortolì. La consulente del lavoro stava rientrando a casa: nel sedile posteriore della macchina dormiva il figlioletto Luca, 4 anni. Il rapimento durò 265 giorni, per concludersi nelle colline di Locoe, tra Nuoro e Orgosolo, l’11 novembre successivo. Cinque prigioni, tutte individuate con certezza – ad eccezione della prima – e non tutte in campagna: la giovane fu infatti custodita anche in un appartamento a Nuoro. Per il rapimento di Silvia Melis sono stati condannati con sentenza definitiva Grazia Marine a 25 anni e sei mesi, il figlio Antonio Maria Marini a 30 anni e Pasqualino Rubanu a 26.

Attorno al sequestro si erano sviluppate indagini parallele legate alle dichiarazioni dell’ex editore dell’Unione Sarda Nicola Grauso, secondo il quale la consulente non si sarebbe liberata da sola, ma dopo il suo intervento e grazie al pagamento di un consistente riscatto. Nell’inchiesta bis finì anche il magistrato Luigi Lombardini, grande protagonista della lotta alla criminalità sarda negli i anni Ottanta, che si suicidò nel suo ufficio al palazzo di giustizia di Cagliari l’11 agosto del 1998, dopo un interrogatorio da parte dei magistrati di Palermo che indagavano su un suo presunto coinvolgimento nella trattativa. Grauso e gli altri indagati sono stati tutti assolti.


 

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