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Ritratti dei cattivi che non hanno amato la Sardegna

Ritratti dei cattivi che non hanno amato la Sardegna

Dal generale cartaginese Malco, che nel VI secolo tentò di conquistare l’isola, al gerarca fascista Francesco Maria Barracu, originario di Santu Lussurgiu. Passando per il feroce bandito Mamia,...

19 luglio 2021
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Dal generale cartaginese Malco, che nel VI secolo tentò di conquistare l’isola, al gerarca fascista Francesco Maria Barracu, originario di Santu Lussurgiu. Passando per il feroce bandito Mamia, attivo tra Gallura e Anglona a fine Settecento, e l’ingegnere Achille Georgeades, responsabile dell’eccidio di Buggerru nel 1904. Sono alcuni dei personaggi scelti dallo storico Omar Onnis e dall’illustratore Manuelle Mureddu per il libro “Malos” appena pubblicato dalla casa editrice Domus de Janas. Emblematico il sottotitolo: “Vita, crimini e misfatti di quaranta grandi nemici della Sardegna”.

Il volume raccoglie infatti una serie di agili biografie, accompagnate da ritratti, di uomini che in diverse epoche hanno avuto un impatto sulla storia sarda considerato negativo dagli autori. Entrambi nuoresi, sabato saranno a Sassari per un incontro inserito all’interno della rassegna Il Club dei Perdenti (Orti di San Pietro, ex lavatoio Franchetti, alle 17.30). Dopo aver realizzato qualche anno fa “Illustres”, su quaranta personaggi legati alla Sardegna in modo positivo, Onnis e Mureddu hanno pensato a un’operazione gemella: creare un almanacco di personalità celebri, ma questa volta in chiave negativa.

«Per allargare la visuale sulla storia isolana – sottolinea il disegnatore – abbiamo pensato fosse interessante raccontare gli avversari dei nostri eroi. Parliamo per comodità di nemici, anche se il termine non ci piace troppo. Non vogliamo personalizzare il male. Tra di loro ci sono dei personaggi obbiettivamente malvagi, ma anche semplici burocratici e fieri avversari. Il filo conduttore è stato quello di soffermarci su chi aveva agito contro il benessere e la libertà della Sardegna, secondo il nostro punto di vista». Scelte evidentemente anche politiche, ma precisa Onnis portate avanti con «spirito divulgativo accompagnato da un tono ironico e satirico».

Non a caso come modello di ispirazione lo storico e saggista, autore dei testi, cita “Declino e caduta di praticamente tutti” dell’americano Will Cuppy che racconta i grandi della storia senza risparmiare stilettate. Nella selezione di villain non mancano nomi a prima vista sorprendenti. Uno su tutti quello di Dante Alighieri che, si legge nel libro, «oltre al talento poetico aveva anche quello di rendersi antipatico a chiunque». Il Sommo Poeta si conquista un posto di riguardo nella rassegna di cattivi per la licenziosità di costumi attribuita alle donne della Barbagia nella “Divina Commedia”, ma soprattutto per le affermazioni malevole nel “De Vulgari Eloquentia” dove sostiene che i sardi «non avessero una propria lingua ma si limitassero a imitare il latino come le scimmie imitano gli uomini».

Non sfugge al giudizio di Onnis e Mureddu anche una figura importante dell’Ottocento sardo come l’algherese Giuseppe Manno, «modello vincente di intellettuale organico all’apparato di potere, contrario ai movimenti popolari e a qualsiasi autonomo sviluppo dell’isola». Non mancano alcuni dei più noti imperatori romani, Augusto e Giustiniano, e uno degli intellettuali più rilevanti dell’antichità come Cicerone che nel libro è ricordato per gli insulti alla popolazione sarda. C’è anche un papa, Bonifacio VIII che «diede a Giacomo II d’Aragona il permesso di conquistare la Sardegna», e tra i Savoia il “Re mitraglia” Umberto I. «Speriamo – aggiunge Onnis – che il libro possa essere anche uno stimolo per i lettori ad approfondire la storia dell’isola. Parlare di questi “cattivi” può essere una chiave per aprire un’entrata laterale sul nostro passato». A incuriosire, oltre alle curate e brillanti biografie, i ritratti disegnati da Manuelle Mureddu: «Ho cercato di basarmi su fonti storiche – sottolinea l’illustratore – e di caratterizzare ogni personaggio, senza esagerare per non arrivare alla macchietta».

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