La Nuova Sardegna

Elena Sofia Ricci: «Lo spettacolo merita rispetto»

«Ho gioito come tutti per la vittoria della nazionale, ha offerto un grande esempio di gruppo coeso. Ma vedere tanta gente ammassata e i teatri chiusi, fa tanto male al cuore». Elena Sofia Ricci la...

25 luglio 2021
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«Ho gioito come tutti per la vittoria della nazionale, ha offerto un grande esempio di gruppo coeso. Ma vedere tanta gente ammassata e i teatri chiusi, fa tanto male al cuore». Elena Sofia Ricci la mette giù così. Sublime al cinema in “Io e mia sorella” con Carlo Verdone, premiata con il David di Donatello, “Impiegati” di Pupi Avati, “Il pranzo della domenica” di Carlo Vanzina, e nelle serie tv “Che Dio ci aiuti” e “Rita Levi Montalcini”, l’attrice toscana parla e gesticola («Sì, sono logorroica!»). Poi, al Filming festival al Forte Village, di cui è madrina, si è presa la scena. «Il lockdown ha colpito i lavoratori dello spettacolo, eppure non passa che sia un mestiere. Dietro un’ora e mezza di un film ci sono mesi di lavoro, ma in Italia c’è un atteggiamento anomalo verso il nostro mondo». E ancora. «La cultura va messa al centro della società perché dà il segno del luogo in cui si colloca il paese: se un popolo ignora i propri artisti è destinato al declino. Ecco perché serve un nuovo rinascimento». La donna è tosta e determinata. Sentimenti e fatti concreti. «Abbiamo girato nello studio 8 di via Tiburtina “Grido per un nuovo rinascimento”. Associa compositori, scenografi, tecnici, registi, operatori, macchinisti, stunt men, segretarie, danzatori, lavoratori del circo: nessuno ha preso un soldo. Anziché andare in piazza, lottiamo con l’arte e la bellezza, la forma più alta per esprimerci». Sul docufilm-manifesto di un dolore profondo, Elena Sofia Ricci taglia corto: «Il 24 ottobre chiuderà il Festival del cinema a Roma. Con l’ok del ministro Franceschini e della presidente del Senato, Casellati, sarà anche la Giornata della categoria. Una categoria, e centinaia di famiglie, che merita rispetto». (mario frongia)

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