La Nuova Sardegna

“TUTTI PER UNO” AL SARDEGNA FESTIVAL 

Film family nell’era della Dad

Film family nell’era della Dad

Spaghetti alle arselle e brut isolano per festeggiare “Tutti per uno”, debutto alla regia di lei. «Presto ti porto a mangiare le cozze al Poetto!». Se la ridono, Susy Laude e Dino Abbrescia. Il duo,...

26 luglio 2021
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Spaghetti alle arselle e brut isolano per festeggiare “Tutti per uno”, debutto alla regia di lei. «Presto ti porto a mangiare le cozze al Poetto!». Se la ridono, Susy Laude e Dino Abbrescia. Il duo, sul set e nella vita, rivela complicità e intesa. «Nel film ci sono io, Lillo, Pietro Sermonti, Antonio Catania, Laura Birigeri e anche nostro figlio. Un bel gruppo, Susy è stata brava a guidarci. La storia? Un film family che sposa fiaba e sentimento», spiega Abbrescia. «Più poesia e amore. Abbiamo girato in pieno lockdown, con tempi stretti» aggiunge la regista. Che spiega: «L’obiettivo? Dare una speranza ai bambini nel periodo delle mascherine. Dico loro, ragazzi, il mondo è anche senza mascherine sul viso. Speriamo ci sia un dopo al più presto».

Susy Laude, con il marito al Filming Italy Sardegna Festival («Parterre speciale, molto brava Tiziana Rocca» dicono) ospitato al Forte Village, taglia corto: «Il paese ha perso responsabilità sociale e civile. Ripartiamo dalla scuola, attori e registi devono andare nelle aule. Va imposto che una volta al mese le classi vadano al cinema o a teatro». Dino Abbrescia, volto simpatico e performante di piccolo e grande schermo («Abbiamo appena finito di girare Cops2, la serie per Sky con Claudio Bisio e Giulia Bevilacqua»), rilancia: «Dobbiamo vaccinarci tutti, l’emergenza è la prova del nove: o siamo una società civile o non ne veniamo fuori. Sulla scuola aggiungo che i bambini vanno allenati e incuriositi al bello, alla cultura, al ragionare assieme». Tema clou mai affrontato a fondo. «Nel ‘96 iniziavo l’università. Una legge doveva introdurre il teatro a scuola: non è mai passata». Dino e Susy commentano il “grido di dolore”, citato da Elena Sofia Ricci, dei lavoratori dello spettacolo. «Giusto. Va scardinata l’idea che attori e registi siano miliardari: alcuni di noi prendono 80 euro al giorno!». Dino accelera: «Ok, lo star system. Ma tanti pensano che siamo dei privilegiati che girano con l’aereo privato».

Si ripassa dall’opera prima. «Con “Tutti per uno” ho rischiato, mi sono messa in gioco: in Italia non si fanno film family. Ho pensato al ruolo di chi insegna: il maestro va riabilitato. Una dedica? Alle ragazze e ai ragazzi d’Italia».

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