2019. L'euro-trionfo della Dinamo
Battuti i tedeschi del Wurzburg nella finale di Europe Cup. L'editoriale del direttore Di Rosa
30 novembre 2021
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La Dinamo non vince soltanto in Italia. Il primo maggio 2019 la squadra sassarese, guidata da Gianmarco Pozzecco, conquista la Fiba Europe Cup nella finale contro i tedeschi del Wurzburg.
«Non c’è un modo per tradurre in parole una grande emozione – scrive il direttore della Nuova, Antonio Di Rosa, nell’editoriale –. La vittoria europea della Dinamo, storica, inattesa, travolgente, ci ha detto ancora una volta che tra lo sport agonistico, il costume, il sociale e tutto il resto permane un legame fortissimo. Nulla è frutto dell’imprevedibilità né della fortuna tout court. Tutto si costruisce giorno dopo giorno, con fatica, con dedizione e, soprattutto, con competenza. Non si raggiungono questi livelli per caso ma le scelte che si fanno preludono a un esito. Stefano Sardara, presidente della Dinamo, non è un uomo solo al comando ma il perno attorno a cui ruotano tanti uomini e donne ognuno con un ruolo specifico. Dal vicepresidente all’ultimo steward. E tra questi soggetti ci sono persone come Federico Pasquini che l’anno scorso fu allontanato dalla panchina, ma rimase in società a caccia di nuovi giocatori come se nulla fosse accaduto. Un esempio di umiltà e di dedizione alla causa. (...) Per Sassari, città in lento declino ma, speriamo, non inarrestabile, questo gioiellino incarna la possibilità di valicare i confini. Ne riflette la parte migliore da mostrare agli altri, ne traccia un percorso verso obiettivi ancora più importanti. Il riscatto sociale passa anche attraverso lo sport (...) Peccato che qualcuno ha mancato la grande occasione di unirsi al coro dei consensi. Non sopporto il municipalismo né il tifo contro che ancora esiste. Chi vince in Sardegna vince per tutti».
Nella stessa stagione la Dinamo arriva nuovamente alla finale scudetto, ma deve cedere a Venezia in gara7.
«Non c’è un modo per tradurre in parole una grande emozione – scrive il direttore della Nuova, Antonio Di Rosa, nell’editoriale –. La vittoria europea della Dinamo, storica, inattesa, travolgente, ci ha detto ancora una volta che tra lo sport agonistico, il costume, il sociale e tutto il resto permane un legame fortissimo. Nulla è frutto dell’imprevedibilità né della fortuna tout court. Tutto si costruisce giorno dopo giorno, con fatica, con dedizione e, soprattutto, con competenza. Non si raggiungono questi livelli per caso ma le scelte che si fanno preludono a un esito. Stefano Sardara, presidente della Dinamo, non è un uomo solo al comando ma il perno attorno a cui ruotano tanti uomini e donne ognuno con un ruolo specifico. Dal vicepresidente all’ultimo steward. E tra questi soggetti ci sono persone come Federico Pasquini che l’anno scorso fu allontanato dalla panchina, ma rimase in società a caccia di nuovi giocatori come se nulla fosse accaduto. Un esempio di umiltà e di dedizione alla causa. (...) Per Sassari, città in lento declino ma, speriamo, non inarrestabile, questo gioiellino incarna la possibilità di valicare i confini. Ne riflette la parte migliore da mostrare agli altri, ne traccia un percorso verso obiettivi ancora più importanti. Il riscatto sociale passa anche attraverso lo sport (...) Peccato che qualcuno ha mancato la grande occasione di unirsi al coro dei consensi. Non sopporto il municipalismo né il tifo contro che ancora esiste. Chi vince in Sardegna vince per tutti».
Nella stessa stagione la Dinamo arriva nuovamente alla finale scudetto, ma deve cedere a Venezia in gara7.