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Il festival chiude con le pastore di Anna Kauber

Il festival chiude con le pastore di Anna Kauber

Le due giovani sorelle Colombino di Nulvi e l’anziana Michela Battasi di Orgosolo. L’esuberante Efisia Podda di Arbus e la silenziosa Michela Agus di Lanusei. Sono le cinque protagoniste sarde del...

31 agosto 2021
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Le due giovani sorelle Colombino di Nulvi e l’anziana Michela Battasi di Orgosolo. L’esuberante Efisia Podda di Arbus e la silenziosa Michela Agus di Lanusei. Sono le cinque protagoniste sarde del documentario “In questo mondo” di Anna Kauber proiettato a Martis, con l’autrice presente, nella serata di chiusura di CineMartist.

Dal debutto sullo schermo, con tanto di premio al festival di Torino, la regista di Parma continua a portarlo in giro con successo. Richiestissima per la bellezza, la forza del suo documentario che getta uno sguardo inedito sulla vita delle donne pastore. Una serie di ritratti frutto di un viaggio durato due anni, lungo tutta l’Italia. «Ho iniziato dal Piemonte, attraversato la dorsale montuosa degli Appennini fino all’Aspromonte – ha sottolineato Anna Kauber – e la Sardegna è stata in pratica l’ultima tappa. Ultima, ma ricca di soddisfazioni. Non a caso delle diciotto donne che ho selezionato per il documentario, ben quattro sono sarde. Ed è stato davvero difficile scegliere perché ne ho incontrato un centinaio nelle varie Regioni che ho attraverso alla ricerca delle pastore. Il lavoro di taglio con la montatrice, la pluripremiata Esmeralda Calabria, è stato in questo senso dolorosissimo per me». Il film racconta le donne pastore attraverso la personale esperienza della regista che ha vissuto con loro almeno qualche giorno, immergendosi profondamente nella loro quotidianità. Con la camera quasi sempre accesa, pronta a catturare l’attimo, Anna Kauber le ha seguito nell’attività con le greggi. Riuscendo a empatizzare rapidamente con loro, a creare uno spirito di sorellanza così forte da durare nel tempo. Ancora oggi.

Un lavoro che parte da un interesse di genere, per stessa ammissione dell’autrice, ma è capace di abbracciare più temi e di attivare diverse riflessioni. Sul paesaggio, il rapporto con la natura e gli animali, il cibo, il senso di realizzazione personale, la felicità, un’idea di società. Un film importante per il messaggio etico e politico che emerge dalla visione, ma anche perché si pone come documento unico di una realtà femminile che sembra destinata a diventare un nuovo mondo perduto.

Oltre al pubblico grazie al suo bellissimo film, con la sua carica umana Anna Kauber ha conquistato subito a Martis anche gli studenti-filmmaker invitati ogni anno per una residenza artistica che porta alla realizzazione di alcuni cortometraggi girati nel territorio dell’Anglona. Una delle specificità del festival organizzato dal comune di Martis in collaborazione con l’associazione Hypergamma, il Nuovo Circolo del Cinema Ficc e l’Accademia di Belle Arti di Sassari.

Un’edizione, quella appena terminata del festival Cine Martist, che ha visto il festival aprirsi per la prima volta al fumetto. Da qui l’invito a Igort, che ha presentato i suoi nuovi libri “Quaderni giapponesi 3” e “Inchiostro su carta”, a Emiliano Longobardi, sceneggiatore di “Rusty Dogs” composto da cinquanta sue brevi storie disegnate da altrettanti disegnatori, e Bruno Enna, affermato autore per Disney e Bonelli. Un evento speciale ha rappresentato poi la prima regionale di “GlassBoy” di Samuele Rossi, un divertente racconto di formazione presentato a Martis dal protagonista: il giovane attore ploaghese Andrea Arru sempre più richiesto da importanti produzioni televisive e cinematografiche. Tra le applaudite proiezioni, nei quattro giorni della rassegna, anche quelle dei corti “L’uomo del mercato” di Paola Cireddu, “Un piano perfetto” di Roberto Achenza e di un paio di lavori del documentarista Fiorenzo Serra, omaggiato nel centenario della nascita.

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