La Nuova Sardegna

L’intervista 

Riccardo Bombagi, stella nascente da Locarno al Lido

Riccardo Bombagi, stella nascente da Locarno al Lido

Da Locarno a Venezia. Tra i protagonisti del lungometraggio di Bonifacio Angius “I giganti”, presentato in anteprima mondiale al festival svizzero meno di un mese fa, e nel cast di “Ariaferma” di...

02 settembre 2021
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Da Locarno a Venezia. Tra i protagonisti del lungometraggio di Bonifacio Angius “I giganti”, presentato in anteprima mondiale al festival svizzero meno di un mese fa, e nel cast di “Ariaferma” di Leonardo Di Costanzo, al fianco di Toni Servillo e Silvio Orlando, che debutterà domenica alla Mostra del cinema. Mica male come inizio di carriera. È una storia da film quella di Riccardo Bombagi, giovane sassarese con il sogno di fare l’attore che improvvisamente si ritrova su due set importanti. Nessun’altra esperienza alle spalle. Nemmeno in un cortometraggio.

Il merito della scoperta di questo nuovo talento è da affibbiare ad Angius, ma parte tutto dalla passione di Riccardo. «Quando gli amici mi chiedevano cosa volevo fare da grande rispondevo sempre l’attore. E spesso mi prendevano in giro. Ricordo poi che sin da piccolo mentre guardavo i film mi interessava soprattutto il comportamento degli interpreti-personaggi. Crescendo mi sono innamorato delle doti recitative di Marlon Brando e Paul Newman, i miei attori preferiti». Nomi di un certo livello, come miti e riferimenti, che non ti aspetti anche per questioni di età da un ragazzo classe 1998. «Un paio di anni fa – aggiunge Bombagi – ho fatto un provino a Roma per una scuola. Mi hanno preso, però al momento non mi andava bene trasferirmi. Da lì a poco ho saputo dell’apertura della City Lights a Sassari».

La scuola di cinema di Bonifacio Angius che evidentemente vede in Riccardo qualcosa di speciale. Tanto da sceglierlo poi per il suo nuovo film, “I giganti”, insieme a Stefano Deffenu e ai fratelli Michele e Stefano Manca. Cinque protagonisti, in scena c’è anche lo stesso regista, per una storia incentrata su una rimpatriata tra vecchi amici che si ritrovano a fare baldoria in una casa sperduta. «Quando Bonifacio mi ha chiesto di partecipare pensavo a uno scherzo o che si trattasse di un corto, di qualcosa per la scuola. Nel frattempo era scoppiata anche la pandemia. Poi ho capito che stava invece parlando di un progetto importante, di un lungometraggio, e mi sono messo a piangere dall’emozione. Nel film sono il personaggio più giovane e logorroico, quello che in qualche modo ha il compito di esternare i pensieri di tutti».

Una prova quella di Riccardo Bombagi, ma il discorso vale anche per il resto del cast, molto apprezzata dalla critica e dal pubblico che ha potuto vedere il film al festival di Locarno. «Si è formata una sinergia incredibile tra noi interpreti e tutti mi hanno aiutato tanto. Le istruzioni di Bonifacio a dire il vero non sono mai state troppe, non ce n’era bisogno. Stavamo dando il massimo collettivamente per portare avanti questo progetto nel miglior modo possibile. È stata un’esperienza magica». Passano pochi mesi dalle riprese per “I giganti” e il giovane sassarese si ritrova su un altro set. Quello allestito nell’ex carcere di San Sebastiano dalla produzione del nuovo lungometraggio di Leonardo Di Costanzo: “Ariaferma”. Protagonisti Toni Servillo, Silvio Orlando, Fabrizio Ferracane.

Il film è ambientato in un vecchio carcere, situato in una zona imprecisata del territorio italiano, che è ormai in dismissione. Per problemi burocratici i trasferimenti si bloccano e alcuni detenuti con pochi agenti rimangono in attesa di nuove destinazioni. In un’atmosfera sospesa, le regole di separazione si allentano e tra gli uomini rimasti si intravedono nuove forme di relazioni. Questa la sinossi del lungometraggio che sarà presentato in anteprima alla Mostra del cinema di Venezia, inserito nella selezione ufficiale ma fuori concorso. Non un film sulle condizioni delle carceri italiani, ma sull’assurdità del carcere lo ha definito il regista. «È stato Stefano Manca a dirmi che c’era in città un casting per il ruolo di un carcerato. Faccio il provino, ma dopo qualche giorno mi dicono che ho la faccia troppo pulita per essere credibile come detenuto e mi scelgono come guardia. È stato bello vedere all’opera da vicino attori dal grande carisma come Servillo e Orlando, ma anche Ferracane che mi ha dato tanti consigli. Poi come direttore della fotografia c’era un mostro come Luca Bigazzi che ci dava tante direttive».

E dopo un inizio così fulminante cosa aspettarsi da Riccardo Bombagi? «Ora ho un’agenzia cui mi sono affidato e dei nuovi progetti. Penso a un corso di dizione e mi piacerebbe proseguire con film drammatici. Resto comunque con i piedi per terra, so che la strada adesso diventa più difficile e questo mi dà ulteriori motivazioni per impegnarmi. Voglio che il sogno continui».

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