La Nuova Sardegna

L’Africa post coloniale di Abdulrazak Gurnah si aggiudica il premio Nobel per la letteratura

Alessandro Marongiu
L’Africa post coloniale di Abdulrazak Gurnah si aggiudica il premio Nobel per la letteratura

Il destino dei rifugiati e il racconto del divario tra culture. Vince uno scrittore guidato da una forte passione civile 

08 ottobre 2021
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È andato ad Abdulrazak Gurnah il Nobel per la Letteratura 2021. L'Accademia di Svezia l'ha comunicato ieri, nella consueta proclamazione delle 13 in punto, sorprendendo ancora una volta pubblico e lettori di tutto il mondo, considerato che il tanzaniano non era certo ritenuto uno dei candidati più papabili. Delusi, tra questi ultimi, Murakami Haruki, Margaret Atwood, Annie Ernaux, Don Delilo e Milan Kundera, che figuravano nella lista dei dieci nomi con maggiori possibilità di vittoria secondo le principali agenzie di scommesse e le previsioni della stampa. Gurnah, insignito dell'ambito riconoscimento «per la sua intransigente e compassionevole capacità di comprensione degli effetti del colonialismo e del destino dei rifugiati nel divario tra culture e continenti», è il quinto africano a ricevere il Nobel per la letteratura dopo Wole Soyinka, Naguib Mahfouz, Nadine Gordimer e John Maxwell Coetzee, e succede alla poetessa statunitense Louise Glück. A causa della pandemia neanche questa volta i vincitori delle varie sezioni si ritroveranno a Stoccolma per la cerimonia di conferimento e per l'abituale discorso: si svolgerà tutto, come già nel 2020, in streaming.

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Nato a Zanzibar nel dicembre del 1948, Abdulrazak Gurnah giunge in Inghilterra da rifugiato nella seconda metà degli anni Sessanta, dopo esser stato costretto a lasciare il Paese natio per via della sua origine araba. La rivoluzione successiva alla liberazione pacifica dal dominio britannico ha portato infatti con sé la persecuzione e l'oppressione appunto dei cittadini di origine araba: il futuro Nobel potrà fare ritorno in patria e rivedere i suoi famigliari solo nel 1984. Intanto, però, ha concluso gli studi con il conseguimento di un dottorato presso l'Università del Kent ed è diventato professore di Letteratura inglese e postcoloniale, una cattedra che manterrà fino alla pensione. Nel 1987 arriva il debutto con il primo dei suoi dieci romanzi, "Memory of Departure", la cui trama prende le mosse dalla stessa, difficile situazione storica della Tanzania contemporanea che Gurnah ha vissuto sulla propria pelle. Dopo l'indipendenza della sua nazione dall'Impero britannico, il giovane Hassan Omar cerca di rifarsi una vita lontano dalla miseria della città sulla costa africana orientale in cui è cresciuto, ma, trascorso un lungo periodo in Nigeria con uno zio benestante, le sue speranze finiranno per essere frustrate.

Nonostante la principale fonte d'ispirazione per le opere di Gurnah venga, oltre che da "Le mille e una notte" e dalle sure del Corano, dalla letteratura di lingua e tradizione inglesi (il titolo di "Gravel Heart" del 2017 cita lo Shakespeare di "Misura per misura"), questo esordio e i successivi "Pilgrims Way" (1988), "Dottie" (1990) e "Paradise", il primo exploit da narratore che lo porta all'attenzione della critica, rendono chiaro che la prospettiva sposata dall'autore è quella delle popolazioni che una colonizzazione direttamente o indirettamente l'hanno subita, non certo quella dei colonizzatori. I suoi personaggi, spesso dei rifugiati o degli espatriati, talvolta figli di immigrati, vivono una costante scissione tra un passato doloroso e un presente in cui non riescono mai a realizzarsi pienamente né come individui né come cittadini, anche a causa di pregiudizi, razzismo e delle invalicabili barriere tra la cultura di provenienza e quella di approdo. Scrive Anders Olsson, presidente del Comitato per il Nobel, che i romanzi di Gurnah «rifuggono le descrizioni stereotipate e aprono il nostro sguardo a un'Africa Orientale culturalmente diversificata e sconosciuta a molti in diverse parti del mondo», e che nel suo universo letterario, la cui «esplorazione senza fine è guidata da passione intellettuale», «tutto è in cambiamento - memorie, nomi, identità».In Italia sono apparse finora tre opere: "Paradiso" (il già citato "Paradise"), "Il disertore" ("Desertion") e "Sulla riva del mare" ("By The Sea"), tutte per Garzanti e al momento di non semplice reperibilità. Il Nobel, c'è da confidare, sarà l'occasione per farlo conoscere meglio anche al pubblico nostrano.

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