La Nuova Sardegna

“sole e pioggia” di AndreJ longo 

Le parole e il destino

Le parole e il destino

Si è tenuta qualche giorno fa al Quod di Sassari la presentazione del nuovo, intenso romanzo di Andrej Longo “Solo la pioggia”, recentemente pubblicato da Sellerio. È stata l’occasione per...

17 ottobre 2021
3 MINUTI DI LETTURA





Si è tenuta qualche giorno fa al Quod di Sassari la presentazione del nuovo, intenso romanzo di Andrej Longo “Solo la pioggia”, recentemente pubblicato da Sellerio. È stata l’occasione per intervistare l’autore di Ischia. Al centro del romanzo ci sono i fratelli Corona, Carmine Papele e Ivano, che si ritrovano a cena assieme a casa dell’ultimo dei tre dopo l’annuale visita alla tomba del padre. Mentre fuori comincia a piovere con eccezionale forza, le parole tra i fratelli scavano per la prima volta un solco tra di loro che potrebbe rivelarsi impossibile da ricomporre.

Chi sono i protagonisti del romanzo?

«Carmine, il più grande dei tre, è quella che potremmo chiamare la mente. Definisce le strategie, si occupa dei contatti e delle alleanze, ed è lui ad aver deciso di trasformare l’attività malavitosa del padre in una grande azienda imprenditoriale. Di fondo è un uomo tranquillo ma determinato, che alla violenza preferisce la diplomazia, e che, sempre seguendo una strategia ben precisa, è prossimo ad entrare in politica. Papele, poco più piccolo di Carmine, appoggia il fratello in ogni sua scelta. Lui è soprattutto il braccio dell’azienda, quello che sceglie la manodopera e che si occupa dei problemi pratici. È un uomo dagli appetiti semplici e intensi. Ivano, oltre ad essere il più giovane, è anche il più colto dei fratelli, e si occupa della parte amministrativa dell’azienda. Permessi, finanziamenti, documentazioni, sono il suo pane quotidiano. A differenza di Carmine e Papele, però, Ivano ha un’inquietudine sotterranea che mal si adatta con l’esistenza ripetitiva del paese di provincia dove vivono».

C’è un quarto protagonista nel romanzo, ed è la pioggia.

«La pioggia è la parte femminile della storia, è l’anima dei tre fratelli. È la verità, l’essenza, la passione, quella che non accetta inganni, compromessi, scorciatoie. Può essere una pioggia purificatrice o distruttiva, dipende dalle scelte dei protagonisti».

Per quanto il romanzo sia connotato dal punto di vista spaziale, ambientale e geografico, ha in realtà una portata non circoscrivibile alle sole vicende dei Corona.

«È ambientato nella provincia di Napoli, ma non parla di Napoli. Parla dei rapporti familiari e sociali. E tra le righe soprattutto di quello che ritengo la vera tragedia contemporanea: quella di privilegiare l’apparire rispetto all’essere. Alla fin fine, i fratelli Corona, pur essendo malavitosi, non sono altro che borghesi timorosi di perdere il benessere raggiunto. Temono il cambiamento e per questo si chiudono nel loro piccolo mondo sperando così di salvarsi».

Sia per il suo essere ambientato quasi tutto in un unico luogo, la casa di Ivano, sia per il parlato che caratterizza i dialoghi, il romanzo mostra un impianto, un’anima teatrali: è così?

«Oltre ad avere un’unità di luogo, la storia ha soprattutto un’unità di tempo e dura appena undici ore. Per questo ho voluto ridurre tutto all’essenza: tre fratelli, una stanza e una macchina. E fuori la pioggia che cade. Non mi serviva altro».

Un altro dei temi è la possibilità che le nostre azioni siano capaci di orientare il nostro destino

«Senza dubbio le azioni di ognuno incidono sul cammino della nostra vita. Poi c’è il destino, che io intendo come cose che accadono o che già ci sono e in cui non possiamo incidere. Ma davanti al destino ognuno reagisce in maniera diversa, ed è questo che ci modella come esseri umani, è questo che ci dà un’identità».

In Primo Piano

VIDEO

Il sindaco di Sassari Nanni Campus: «23 anni fa ho sbagliato clamorosamente. Il 25 aprile è la festa di tutti, della pace e della libertà»

L’intervista

L’antifascismo delle donne, la docente di Storia Valeria Deplano: «In 70mila contro l’oppressione»

di Massimo Sechi
Le nostre iniziative