1899. Lussorio Cau, il carabiniere che si finse pastore e stanò i banditi
Il clou della grande caccia ai briganti sul Supramonte è il 10 luglio 1899: un conflitto a fuoco a Morgogliai, impervia località fra Orgosolo e Oliena, aspre alture e fittissimi boschi. Oltre duecento fra carabinieri e fanti contro la famigerata banda dei Serra Sanna. Un coraggioso brigadiere dei carabinieri, Lussorio Cau, 33 anni, di Borore, comandante della stazione di Orgosolo, fingendosi pastore ha scoperto il rifugio dei banditi ed è riuscito a farsi accettare da loro, aprendo così la strada al piccolo esercito inviato nell’isola dal governo Pelloux. Restano sul campo quattro dei cinque banditi (i due Serra Sanna, Elias e Giacomo, Giuseppe Pau e Tommaso Virdis: sulle loro teste pendevano taglie per 30mila 500 lire), il soldato Rosario Amato e un carabiniere già famoso, Aventino Moretti, uno dei migliori tiratori dell’Arma, che due anni prima ha ucciso il temuto bandito Giovanni Battista Salis, detto “Corbeddu”. Il quinto bandito, Giuseppe Lovicu, morirà due anni dopo, anche lui con le armi in pugno in un conflitto a fuoco con i carabinieri, e fino a quel giorno sarà inseguito dalla fama di traditore. Le altre bande si liquefanno: gran parte dei loro capi di costituiscono. Il direttore del manicomio di Cagliari potrà misurare lombrosianamente i crani dei banditi uccisi e scriverci sopra il libro “Una centuria di delinquenti sardi” (1902). Lussorio Cau avrà la medaglia d'oro al valor militare per avere guidato la spedizione, ucciso un bandito e feritone un altro.