La Nuova Sardegna

Cagliari, "Se questo è un uomo" in scena al teatro Massimo

Cagliari, "Se questo è un uomo" in scena al teatro Massimo

Valter Malosti protagonista della pièce nell'ambito della stagione di prosa della Cedac

24 novembre 2021
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CAGLIARI. Valter Malosti porta in scena “Se questo è un uomo” di Primo Levi: debutta in prima regionale la pièce tratta dal capolavoro dello scrittore e poeta, in cartellone da oggi  (mercoledì 24 novembre) fino a domenica 28 novembre (tutti i giorni da mercoledì a sabato alle 20.30 e la domenica alle 19) al Teatro Massimo di Cagliari per la Stagione 2021-2022 de La Grande Prosa organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna per una intensa e fondamentale testimonianza sulla tragedia della Shoah.

«Volevo creare un’opera – sottolinea Valter Malosti, che firma la regia e, insieme con Domenico Scarpa anche la preziosa “condensazione scenica” – che fosse scabra e potente, come se quelle parole apparissero scolpite nella pietra. Spesso ho pensato al teatro antico mentre leggevo e rileggevo il testo. Da qui l’idea dei cori tratti dall’opera poetica di Levi detti o cantati. Da qui ha preso le mosse l’idea di utilizzo dello spazio. Una sorta di installazione d’arte visiva più che una classica messa in scena teatrale».

Una pièce visionaria e struggente, ispirata alle parole del grande intellettuale e artista, una delle coscienze più lucide del Novecento e interpretata dallo stesso Valter Malosti e con Camilla Sandri Bellezza e Giacomo Zandonà, con scenografie di Margherita Palli e costumi di Gianluca Sbicca, disegno luci di Cesare Accetta e progetto sonoro di Gup Alcaro, impreziosita da tre madrigali (su versi di Primo Levi) composti da Carlo Boccadoro e dai video di Luca Brinchi e Daniele Spanò – prodotta da ERT / Teatro Nazionale - TPE / Teatro Piemonte Europa, Teatro Stabile di Torino / Teatro Nazionale e Teatro di Roma / Teatro Nazionale.

Un diario della vita nel lager che si intreccia alle riflessioni sulla fragilità della natura umana e sulla necessità di preservare la propria dignità pur nelle condizioni terribili, tra la fame e la crudeltà, l'arbitrarietà e l'insensatezza delle regole e rappresenta un documento inquietante su una pagina nera della storia recente e un monito per le generazioni future.

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