La Nuova Sardegna

1932. Il futuro è a Golfo Aranci: rivoluzionario esperimento di Guglielmo Marconi

di Dario Budroni
Guglielmo Marconi
Guglielmo Marconi

La prima trasmissione radio a onde ultracorte. Lo scienziato premio Nobel fece viaggiare il segnale dal semaforo di Capo Figari, oggi in rovina, a Rocca di Papa

29 novembre 2021
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Il genio non sbuca dalla lampada ma da un grande yacht trasformato in un laboratorio galleggiante. È ancora notte quando la nave Elettra solca il mare placido della Gallura e approda davanti a un grazioso borgo fatto di piccole case di tegole e granito. Fa particolarmente caldo, qui a Golfo Aranci. Di giorno il sole infuoca le strade in terra battuta e il canto delle cicale è una incessante sinfonia che discende i ripidi costoni del promontorio di Capo Figari. I pescatori del paese, gente dalle mani ruvide e dal volto bruciato dal sole e dalla salsedine, intuiscono fin da subito che sta per accadere qualcosa di molto importante. In fondo bastano un nome e un cognome per percepire l’inconfondibile profumo della storia: Guglielmo Marconi.

È il 10 agosto del 1932 e il grande inventore italiano, padre delle telegrafia senza fili, sbarca a Golfo Aranci per mettere a segno un nuovo e rivoluzionario esperimento: una trasmissione radiotelegrafica e radiotelefonica attraverso le onde ultracorte. Cinquantotto anni di età, vincitore del Nobel per la fisica nel 1909, Guglielmo Marconi ha tutto scritto nella mente. Dopo alcuni precedenti sopralluoghi, fa subito installare una speciale apparecchiatura in cima a Capo Figari, il promontorio che domina il borgo di Golfo Aranci, la frazione di Terranova Pausania servita da un piccolo porto e dai binari della ferrovia. Trasportate fin lassù dagli animali, le strumentazioni vengono piazzate a quota 344 metri sul livello del mare, sulla terrazza del vecchio semaforo inaugurato nel 1890 dalla Regia Marina con lo scopo di segnalare alle imbarcazioni la presenza del promontorio e l’ingresso del golfo.

Il piano dell’inventore bolognese è in poche parole questo: creare un ponte radio tra Capo Figari e un’altra apparecchiatura posizionata a Rocca di Papa, alle porte di Roma, a 270 chilometri di distanza. Più o meno come aveva già fatto nel 1901, quando riuscì a trasmettere il primo segnale radio transoceanico da Poldhu, in Cornovaglia, fino a Terranova, non la cittadina a pochi chilometri da Golfo Aranci ma l’isola più occidentale del Canada, in America. Arrivato a bordo della bianca Elettra, una nave-laboratorio con un passato da yacht della casa imperiale austriaca e da nave pattuglia della marina britannica, Guglielmo Marconi, accompagnato dalla moglie Maria Cristina Bezzi Scali e da alcuni rappresentanti del governo italiano, si mette subito al lavoro. Il giorno prescelto è quello dell’11 agosto. Come un regista del grande schermo, Marconi dirige con estrema concentrazione il suo nuovo esperimento. E il risultato è quello che tutti, e soprattutto lui, si aspettavano.

La trasmissione radio funziona. Capo Figari e Rocca di Papa comunicano tra di loro attraverso le onde ultracorte. Il messaggio poi inviato dallo stesso Marconi a Luigi Solari, suo storico collaboratore, la dice lunga sulla soddisfazione del genio bolognese: «Sono lieto di comunicarle che ieri, per mezzo di apparecchi a onde ultracorte di piccola potenza, utilizzanti onde di cinquantasette centimetri e forniti di riflettori portatili, abbiamo potuto comunicare chiaramente tanto radiotelegraficamente quanto radiotelefonicamente da Rocca di Papa a Capo Figari, in Sardegna, attraverso una distanza di duecentosettanta chilometri, presenti i rappresentanti del Ministero delle Comunicazioni». È sempre lo stesso Marconi, poi, a mettere in evidenza l’importanza dell’esperimento: «Il risultato è assai importante per la scoperta fatta della possibilità di comunicare, mediante le onde ultracorte, anche a distanze maggiori di quelle che risulterebbero teoricamente possibili a causa della curvatura terrestre».

Il ministro delle Comunicazioni Costanzo Ciano, padre del genero di Mussolini, Galeazzo, annuncia entusiasta: «Ho seguito con vivissimo interesse, per le informazioni che mi sono state date via via dall’ammiraglio Pession, le interessantissime e promettenti esperienze eseguite da V. E. fra Rocca di Papa e il semaforo di Capo Figari e la nave Elettra con onde cortissime». Anche l’Accademia d’Italia, della quale Marconi è il presidente, festeggia la riuscita dell’esperimento: «Vostra nuova scoperta suscita onda irrefrenabile entusiasmo per vostro genio inesauribile, miracoloso». Da quelle indimenticabili giornate sono ormai passati quasi novant’anni.

Capo Figari e Golfo Aranci, nel frattempo divenuto Comune autonomo, sono così i custodi di un pezzo pregiato della storia della scienza e del progresso. Qui il mito di Marconi riecheggia un po’ ovunque. Nella toponomastica, nei monumenti, negli eventi a lui dedicati. La struttura su cui avvenne l’esperimento, il semaforo di Capo Figari, da tempo una delle mete preferite dagli escursionisti, cade però a pezzi. Il processo di recupero della vecchio edificio, che fa parte dei beni della Regione, sembra comunque avviato. Tempo fa il semaforo era stato inserito in un bando con l’obiettivo di darlo in concessione a quei privati che lassù, in cima a Capo Figari, potranno realizzare una struttura ricettiva di lusso. Ma questa è un’altra storia.

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