La Nuova Sardegna

1950. C'è la fila a teatro, è Sassari che riparte

di Andrea Sini
Pubblico al teatro Verdi di Sassari
Pubblico al teatro Verdi di Sassari

Una giornata in città nelle cronache del giornale. Dalle sfide tra poeti dialettali alle carovane di torresini

29 novembre 2021
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Ai sassaresi piace la buona compagnia, ma anche il teatro, le discussioni importanti e quelle futili, andare a vedere le partite della Torres e gli incontri di boxe, e duellare a colpi di rime in dialetto. C’è tutto questo, e molto altro, nelle cronache cittadine dell’autunno 1950. La risalita è appena iniziata ma la guerra è alle spalle e, insomma, ce n’è abbastanza per spassarsela. La stagione del teatro Verdi si annuncia di alto livello sia per quanto riguarda la lirica che le manifestazioni sinfoniche e da camera, con un cartellone nel quale spiccano opere di Strauss, Mozart e Verdi. A novembre arriverà l’orchestra Konzerthaus di Vienna, con tre date in programma (una anche a Nuoro), a seguire ci saranno il pianista tedesco Aeschbacher, il Quintetto Boccherini, il violinista Krebers e vari altri musicisti di fama internazionale portati in città dall’attivissimo Ente Concerti. I pienoni sono assicurati, anche quando nello stesso teatro si tengono importanti incontri di boxe, tanto che La Nuova auspica la riapertura del Civico, in modo da soddisfare la grande voglia di mondanità dei sassaresi.

A fare da contraltare a tutto questo, è la notizia secondo la quale la biblioteca universitaria è frequentata ogni giorno, in media, da appena 50 utenti su un bacino di 71mila abitanti. Anche le notizie di cronaca nera non mancano, con due topi d’appartamento in azione in piazza D’Armi, qualche zuffa nei pressi dei frequentatissimi “vindioli” del centro storico e i soliti incidenti stradali o sul lavoro. Ma sfogliando il quotidiano si ha la netta sensazione che in città ci sia una grande voglia di lasciarsi alle spalle il periodo più buio. Il Banco di Sardegna scalda i motori e annuncia che il nuovo istituto di credito aprirà i battenti con un capitale di 1 miliardo e 800 milioni di lire. L’arcivescovo chiede ai fedeli di contribuire alle spese per la ristrutturazione della cattedrale di San Nicola, mentre nel rione di Sant’Apollinare viene rievocato a 300 anni di distanza il grande incendio dell’altare della chiesa, dal quale si salvò miracolosamente solo il crocifisso.

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Intanto i poeti dialettali si divertono a duellare a colpi di rime: il tema in voga in questo periodo, cantato da Agniru Canu  e dall’ossese Santino Macis, è niente meno che la “rughitta”, ma Brottu Sarippa, emigrato a Genova da molti anni, pennella prima versi struggenti legati al ricordo delle campagne di Logulentu, e poi quasi a ritmo di tamburo decanta il grande amore sportivo dei sassaresi, la Torres. In città si discute della necessità di ristrutturare lo stadio e completare la pista d’atletica, la società si prepara alla stagione del grande rilancio (alla fine vincerà il campionato), e i tifosi sono in fermento per la prima trasferta stagionale: per la partita di Ozieri è in programma una carovana organizzata dalla società, ma nel frattempo si può ingannare l’attesa spostandosi a Sorso per assistere all’amichevole tra i rossoblù e i padroni di casa per l’inaugurazione del nuovo campo sportivo. Da Sassari accorrono in massa, i sorsensi fanno tifo “come in Brasile” ma le cronache non riportano notizie di incidenti. Meglio così, perché il Natale è ormai vicino e i commercianti sassaresi acquistano un’intera pagina della Nuova Sardegna per fari gli auguri alla cittadinanza, ognuno alla sua maniera. “Frazzaddu l’annu vecciu – è il messaggio scelto da Pirisino al Corso – Innorabona l’annu nobu”. E così sia.

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