La Nuova Sardegna

un’opera che miete successi 

Un altro premio per Bonifacio Angius Il film “I giganti” vince l’Elio Petri

di Costantino Cossu
Un altro premio per Bonifacio Angius Il film “I giganti” vince l’Elio Petri

«È un film inquietante e bellissimo “I giganti” e Bonifacio Angius è un talento appartato e potente, si direbbe, se appartato ormai non volesse dire respinto, emarginato da un mercato sempre più...

07 dicembre 2021
3 MINUTI DI LETTURA





«È un film inquietante e bellissimo “I giganti” e Bonifacio Angius è un talento appartato e potente, si direbbe, se appartato ormai non volesse dire respinto, emarginato da un mercato sempre più cieco e indifferente». Così il critico cinematografico dell’Espresso Fabio Ferzetti. Che nella sua recensione dell’ultimo lavoro del regista sassarese aggiunge: «Cercatelo, “I giganti”, bevetelo fino all’ultima goccia, come una dose di ayahuasca, che prima dà il vomito e poi lucida consapevolezza. Perdetevi tra i deliri e i bolero (geniale la finta colonna sonora “cubana” dello stesso Angius e di Luigi Frassetto) di questi perdenti assoluti e assolutamente imperdonabili. In cui rispecchiarsi è impossibile ma forse inevitabile. Perché dicono con acutezza perentoria e beffarda poesia ciò che la quasi totalità dei film, mai come oggi, si ingegna a tacere».

Oltre questa, il film di Angius ha avuto molte altre critiche positive, è passato con successo al festival di Locarno, è andato bene nelle sale e ha vinto due premi all’Annecy cinéma italien, il festival francese dedicato alle migliori opere cinematografiche italiane del momento: miglior regia e miglior film per la Giuria Giovani. Di ieri è la notizia che “I giganti” hanno avuto un altro riconoscimento importante: il Premio Elio Petri, che lo scorso anno è andato a “Volevo nascondermi” di Giorgio Diritti a pari merito con “Hammamet” di Gianni Amelio, e nella prima edizione (2019) a “Il traditore” di Marco Bellocchio. Per Angius è l’ingresso, a pieno titolo e meritatissimo, nel Gotha del cinema italiano.

«Un film estremo, al tempo stesso realistico e visionario», così lo ha definito la giuria composta da Walter Veltroni, Steve della Casa, Paola Pegoraro Petri, Jean Jili, Alfredo Rossi, Giacomo Manzoli e David Grieco. «Un film – si legge ancora nelle motivazioni – che racconta di sogni che non si sono avverati e di una realtà dalla quale si vorrebbe evadere senza però riuscirci. Un film che racconta dipendenze che, ancora prima delle sostanze, coinvolgono la mente delle persone, la loro vita, i loro rapporti». Un film che racconta l’orrore del mondo con una durezza che è (ha ragione da vendere Fabio Ferzetti) lontana anni luce dal vuoto di idee e dalla banalità consolatoria dei filmetti che la quasi totalità del cinema italiano continua sfornare. Una durezza e un’autenticità che – bisogna dirlo visto che stiamo dando la notizia che Angius ha vinto il “Petri” – hanno stessa cifra di verità che segna le pellicole del grande regista di “A ciascuno il suo”, “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”, “La classe operaia va in paradiso” e “Todo modo”.

«Soltanto pensare che sia dedicato al mio lavoro un premio intitolato a un maestro come Petri mi fa tremare le gambe – commenta Angius –. Se poi penso a che cosa ha significato Petri per me negli anni della mia formazione, il piacere è doppio. Credo che Petri possa dividere lo scettro di genio assoluto nella storia del cinema mondiale con pochissimi altri. Padre di un cinema che ora nessuno avrebbe il coraggio di mettere in scena. Io nel mio piccolo, anche per l’amore che ho per il maestro Petri, a modo mio ci provo ancora».

Per festeggiare il nuovo traguardo, con “I giganti” Angius tornerà in sala (in presenza) nella sua città, al Cityplex Moderno di Sassari, lunedì 13 dicembre alle 19.30. Martedì 14, poi, alle 19.30, proiezione di “Perfidia”, il film da cui è iniziato lo straordinario percorso cinematografico di Angius.



In Primo Piano
Sanità

Ospedali, Nuoro è al collasso e da Cagliari arriva lo stop ai pazienti

di Kety Sanna
Le nostre iniziative