La Nuova Sardegna

L’iniziativa di “A foras” 

Zerocalcare contro le basi nell’isola mostra di illustrazioni a Cagliari

di Daniela Paba
Zerocalcare contro le basi nell’isola mostra di illustrazioni a Cagliari

CAGLIARI. Sessanta artisti per dire “Io c’ero” e rispondere così all’invito di “A foras”, il collettivo che si batte contro la presenza delle basi militari in Sardegna. Un’esposizione di opere di...

09 dicembre 2021
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CAGLIARI. Sessanta artisti per dire “Io c’ero” e rispondere così all’invito di “A foras”, il collettivo che si batte contro la presenza delle basi militari in Sardegna. Un’esposizione di opere di piccolo formato intitolata “A foras Challenge” è stata inaugurata sabato 27 novembre nei locali del circolo culturale Brigada, in via Molise, dove resterà aperta fino al 12 dicembre, visitabile solo nel fine settimana, da giovedì a sabato, dalle 18,30 fino alle 21. Tra gli artisti che hanno aderito ci sono nomi noti come Zerocalcare, Crisa, Pastorello ma anche grafici come Checco Adamo o attivisti con la passione dell’illustrazione come Benigno Moi.

Scopo principale dell’iniziativa è sostenere le spese legali dei trentanove indagati dell’operazione “Lince”, sotto processo per avere violato i limiti delle zone militari durante una serie di manifestazioni organizzate contro le basi. Una tenaglia rossa che somiglia a un uomo con le mani alzate è il logo di “Io c’ero”, simbolo che torna in quasi tutte le illustrazioni. Tra le tante opere arrivate, gli originali di La Chigi, di Testoni, di Hazkj, di Francesco Ledda, di Chiara Lamieri, di Riccardo Atzeni, di Marinetti e di Zerocalcare sono stati battuti all’asta sabato 4 dicembre, complice la verve dell’attore Elio Turno Arthemalle.

Il tema che tiene insieme tutte le opere esposte – l’impegno pacifista – è stato variamente declinato dai diversi autori. Una cornice bianca sul fondo rosso racchiude la sagoma di un sodato in una scatola di sardine mentre alza il pugno contro una donna con la borsetta; un bambino emerge dall’azzurro del mare mostrando il suo pescato: un proiettile; i fenicotteri tagliano la rete con i loro possenti becchi, così come le grazie dipinte sui vasi ellenici danzano aprendo le reti che le tengono prigioniere con le tenaglie; tenaglie che diventano colomba con un ramoscello di filo spinato nel becco, ma anche intreccio di mani, strumento di lavoro per coltivare una terra senza più basi. Grande varietà di stili, che arrivano dal fumetto, dalla grafica d’arte, dall’illustrazione, dalla street art. Il percorso visivo ha una colonna sonora attivabile attraverso il Q Code.

Capofila del progetto di “A foras”, Zerocalcare ieri è stato tra gli ospiti a Roma del festival “Più libri più liberi”. Nella giornata di chiusura della rassegna la fila di lettori per partecipare all’incontro con il fumettista romano ha battuto tutti i record. Zerocalcare ha firmato un mare di autografi e ha festeggiato la liberazione di Patrick Zaki con un ritratto esposto nello stand della sua casa editrice. «Sono passato dalle immagini fisse a quelle in movimento tre anni fa – ha detto scherzando a proposito della fortunatissima serie Netflix “Strappare lungo in bordi” – per un motivo legato alle mie manie di controllo. Volevo imporre alle persone la musica da sentire mentre leggevano le mie storie. Di solito nei fumetti metto dei mini riferimenti al testo di una canzone, con l'animazione puoi imporlo». «Ho cominciato a fare questa roba da solo, registrando allo smart – ha aggiunto Zerocalcare –. Erano clippini da tre-cinque minuti a settimana, ma me lo potevo permettere, perché in quel momento eravamo tutti in lockdown. Con Netflix ovviamente è stato diverso: una serie di novanta minuti in nove mesi con duecento persone che ci hanno lavorato, tutte iperprofessionali e che si sono fatte un culo come un secchio. Se il lavoro l’avessi dovuto fare da solo ci avrei messo almeno centocinquant’anni e sarebbe uscito più brutto».



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