La Nuova Sardegna

PANINI 

Guerre, amori e calciatori: la storia narrata dalle figurine

Guerre, amori e calciatori: la storia narrata dalle figurine

«Io le culle le ho riempite. Ora dovete aiutarmi a sfamare chi c’era dentro». Olga Cuoghi, «la Casarèina» perché figlia del casaro Primo, ha un animo forte. Capace di tirar su tra le due guerre otto...

16 gennaio 2022
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«Io le culle le ho riempite. Ora dovete aiutarmi a sfamare chi c’era dentro». Olga Cuoghi, «la Casarèina» perché figlia del casaro Primo, ha un animo forte. Capace di tirar su tra le due guerre otto figli in un’Italia che cerca di rialzarsi. Si sposa con Antonio. Il cognome? Panini. Ecco, la Casarèina è la signora delle figurine più note, ricercate e smerciate del pianeta. Piccole cartoline da incollare e collezionare che hanno avuto nei calciatori gli eroi di una filiera feconda. Tra sport, tempo libero, spettacolo e intrattenimento. Panini, dunque.

Tra le generazioni

Un filo verde genuino e affascinante. In grado di attrarre e connettere le generazioni. “L’album dei sogni” di Luigi Garlando è la foto dettagliata dei luoghi della storia. E degli uomini del pallone. Ma soprattutto, di una famiglia dai tratti speciali. Maschi e femmine che combattono, lavorano, si innamorano. Il volume (521 pagine, Mondadori editore, 19,50 euro) scolpisce delusioni, digiuni, ferite. Antonio e Olga sono gli eroi senza tempo di un intreccio di storie. Piccoli grandi momenti schizzati dal fango delle trincee, dai capannoni di un’Emilia culla del boom economico. Maniche rimboccate, sguardi duri, “zigomi alti”. Prima firma e inviato della Gazzetta dello sport, Luigi Garlando si diverte. Fa il cronista, il sociologo rurale, lo storico. Ci racconta dei generali che mandano a marcire migliaia di fanti tra gelo e cadaveri. Mette a fuoco riti e tempi tra allevamenti, campi, fabbriche e nascenti attività industriali. Il dna è noto: gente che si sa arrangiare. E ha il pregio di guardare avanti. Caporetto? “L’album dei sogni” passa anche per disfatte e resurrezioni. Si fiutano disagi, povertà, scoramenti. Angherie e distanza dagli amori. Settimane passate a scrivere, accovacciati al gelo, di una passione infinita e lontana. Il libro intreccia amori e catene. Dietro le figurine con la sforbiciata di Carletto Parola per icona, si cela un universo in bianco e nero. Ma le emozioni sono a colori. Garlando usa la penna con garbo.

Come un film

Le pagine incalzano, rivelano, inchiodano. Olga e Antonio Panini guidano una famiglia che ha scolpito l’imprenditoria italiana. L’idea dell’album e delle foto con i “pedatori” del pallone tricolore, nasce, come capita a tante cose buone della vita, quasi per caso. Nel romanzo lo si scopre pian piano. Assorbiti da ritmi e sonorità che coniugano quotidianità familiare, lavoro e tenacia. Il ciak si apre nella Guerra ‘14/18. Antonio si arruola. La narrazione è ricca di particolari. Un neorealismo virtuoso. Se fosse cinema? Facile, la regia sarebbe di Vittorio De Sica con Marcello Mastroianni e Sophia Loren. Luigi Garlando confeziona una saga e una biografia che scuote. La guerra, dunque. Il Piave, patriottismo vero, luoghi bui in cui per vivere si dà tutto, ad amici e compagni di fanteria. “Fontane di terra zampillano verso il cielo a ogni boato. I corpi saltano in aria come fieno sollevato da un rastrello. Alle 2 di notte del 24 ottobre 1917 scoppia l’apocalisse. Dal monte Rombon una valanga di bombe si rovescia sulle trincee italiane, immerse nella nebbia e battute dalla pioggia.

Dal nulla sbucano granate convenzionali e gas sconosciuti che sterminano l’87° Reggimento” scrive l’autore. La trama si sviluppa dal primo decennio del ‘900 alla fine degli anni Ottanta. La famiglia Panini lievita. Ma nel 1944 muore Antonio, ha 44 anni. Olga lo seguirà nel 1987. Nel frattempo il “sogno” cresce. Amplifica un contesto, anche imprenditoriale, in cui il 2x3, il web e i social, per fortuna, non ci sono. Tra dolori e scelte, emerge il coraggio di una mamma tosta. Veronica, Maria Luisa, Giuseppe, Edda, Norma, Benito, Umberto e Franco Cosimo, vengono tirati su con una dignità speciale. Vedova a 41 anni, la Casarèina fa la sarta. Si ammazza di fatica, tra macchina da cucire, pannolini e pappe. Sarà lei a dare l’innesco alla tribù Panini. E a un impero che arriverà a fatturare oltre 180 miliardi di lire. Una miniera che nasce con l’acquisto di una piccola edicola di corso Duomo a Modena, diventa casa editrice, produce album e almanacchi.

Reportage sociale

Una storia di famiglia, cucinata tra intese e condivisione. Le figurine Panini, con Nils Liedholm nella copertina della prima serie del 1961, sono il gioiello della dinastia che catturerà anche il fiuto dei magnati del settore: il gruppo Maxwell, Carlo De Benedetti, Bain Gallo Cuneo, De Agostini, Marvel. I Panini, oramai una tavolata di ventisei anime, tentennano. Ma non mollano. “L’album dei sogni” li ritrae da vicino. Il romanzo prende per mano. E sorprende. Garlando mette in fila i vagoni di un convoglio epico che passa da Marzaglia e Colombarone. Ducati e Lamborghini, Ferrari e Maserati, ceramiche, grana e prosciutti: aria e ambienti di sfide. Al centro una famiglia solida, unita, determinata. Che realizza il sogno: l’edicola, i rettangoli di carta adesiva con i calciatori da collezionare. In quegli anni il calcio, fenomeno super popolare, avanza assieme a lotte di classe, sindacati, industrializzazione e democrazia adolescente.

L’album dei sogni

Le figurine sono sia didascalia di un reportage socio-economico-culturale che va da Aosta a Catania, sia intuizione rivoluzionaria e rivoluzionante. Per inciso, insistere sulle fotine da collezione che faranno, e fanno la storia, è opera di Giuseppe, appassionato di fisarmoniche, terzogenito di Olga e Antonio. E se per voi, i vostri amici e i vostri figli, Pizzaballa, la coppia Riva-Rizzo, Rivera, Maradona o Maddè, fino a Totti, Handanovic, Cristiano Ronaldo, Pjanic, Sirigu e Bonucci, sono state e sono le rare introvabili, da “L’album dei sogni” potrete sapere cosa c’è dietro. E scoprirete, con il cuore un po’ più caldo, che con la semplicità, la coesione e la tradizione si vince.

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