La Nuova Sardegna

Serena Autieri: «Un film con Vanzina perché adesso ci serve sorridere»

di Alessandro Pirina
Serena Autieri: «Un film con Vanzina perché adesso ci serve sorridere»

L’attrice e conduttrice è la protagonista di “Tre sorelle”  commedia tutta al femminile che arriva su Prime Video

17 gennaio 2022
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Una commedia tutta al femminile segna il ritorno di Enrico Vanzina alla regia. Un film in cui il regista e sceneggiatore si affida completamente a quattro attrici senza ricorrere all’aiuto di uno dei grandi comici di solito protagonisti delle sue pellicole. “Tre sorelle”, che arriva su Prime Video il 27 gennaio, vede il ritorno sullo schermo - insieme a Giulia Bevilacqua, Chiara Francini e Rocio Muñoz Morales - di Serena Autieri, in questo momento impegnata anche come conduttrice ogni sabato pomeriggio su Rai 1 con “Dedicato”.

Quanto bisogno c’è oggi di commedie?

«Secondo me tanto. In questo momento sentiamo tutti la necessità di alleggerimento. “Tre sorelle” è una commedia romantica, di buoni sentimenti».

Chi sono queste tre sorelle?

«Hanno mamme diverse e anche caratteri diversi. Io sono Marina, la maggiore, quella che si è dedicata maggiormente alla famiglia. A un certo punto però succede qualcosa che le fa crollare il mondo addosso, ma lei decide di andare avanti. Anche grazie all’aiuto della sorella Sabrina, interpretata da Giulia Bevilacqua. Sono diverse ma c’è un comune denominatore di follia che le accomuna».

La terza sorella è Chiara Francini.

«Caterina non ha nulla a che vedere con noi, è una donna assolutamente surreale che vive in un mondo tutto suo, si crea una realtà immaginaria. Poi con noi nella casa c’è anche Lorena, una massaggiatrice interpretata da Rocio Muñoz Morales, che ha lasciato il suo Paese alla ricerca della felicità e invece incorre in una serie di disavventure sentimentali. In questo contesto parte un racconto di sorrisi e risate amare, incontri e scontri tra sorelle».

Com’è stato il rapporto sul set con le colleghe?

«Non voglio essere banale né mielosa. Io sono una persona che di base cerca sempre di trovare il lato positivo anche nei caratteri difficili. Questa è una caratteristica che ti fa vivere bene e ti fa apprezzare le persone per quello che sono. Sul set c’era un clima di serenità e divertimento soprattutto con Giulia e Rocio, che sono state quelle con cui ho girato di più. Nel weekend poi il set diventava un asilo, perché tutte avevamo i figli al seguito. Ovviamente eccetto Chiara, che non potevamo costringerla a stare con i bambini che frignavano. C’era molta sintonia tra tutte. Lo rifarei assolutamente».

A tal proposito, Vanzina ha detto che vorrebbe rifare “Amici miei” al femminile.

«Questa cosa ci gratifica, vuole dire che è riuscito a realizzare un progetto che aveva in testa. Non era semplice dirigere tante donne, anche molto diverse, ma Enrico ha una grande capacità di dialogo e ascolto».

Com’è stato tornare a lavorare con Vanzina dopo “Sapore di te”?

«Qui tocchiamo un lato emotivo molto forte. Enrico è sempre stato la penna, abbiamo condiviso banchetti e grasse risate, ma ai tempi sul set c’era sempre Carlo, con cui si era creato un rapporto di stima reciproca. Carlo era un signore di grande sensibilità e umanità. Mi ha insegnato tanto e la sua scomparsa è stata un grande dolore. Quando Enrico mi ha chiamata per questo ruolo sono stata felice di poter continuare il mio viaggio con i fratelli Vanzina. Spero che in qualche modo Carlo possa guardarci da lassù e darci il suo consenso».

Attrice, cantante, conduttrice tv: cosa sognava da piccola?

«Ero curiosa, molto stimolata. Leggevo, cantavo, facevo tante cose, ma mai avrei pensato che quello sarebbe diventato il mio lavoro. Poi questi amori si sono trasformati e hanno fatto sì che diventassi quello che sono. Ma tutte queste discipline io continuo a farle crescere, perché una supporta l’altra. Io non credo che ci sia un solo lavoro che uno deve portare avanti. Basta guardare la nostra storia: Delia Scala, Walter Chiari, Monica Vitti, Raffaella Carrà. Veniamo da un passato che ci ha visti protagonisti in tante discipline. Poi forse era più facile farne una sola. Perché una cosa è certa: farne di più richiede impegno e disciplina assoluta».

Cosa è stato per lei “Un posto al sole”?

«Un trampolino di lancio incredibile. Non è scontato fare il lavoro che ami nella tua città. Napoli è una città piena di energia, vibrante, un palcoscenico a cielo aperto, puoi beneficiare di tante influenze, tanti stimoli».

Tra poche settimane inizia Sanremo: cosa prova quando ripensa all’edizione 2003?

«Stare su quel palco è bellissimo, entusiasmante, elettrizzante. Ero molto giovane. Io e Claudia Gerini eravamo dirette da Pippo Baudo, il nostro mentore, il nostro regista. Mi sono divertita tantissimo».

Muti, Cesarini, Drusilla, Giannetta, Ferilli: come le sembrano le scelte di Amadeus?

«Giuste, varie, ce n’è per tutti. Ogni donna porterà sul palco la sua personalità».

Ogni sabato conduce in tv “Dedicato”: c’è una canzone o un film che le piacerebbe dedicare a qualcuno?

«Vorrei dedicare l’amore che ho per questo lavoro al pubblico che mi segue sempre con grande attenzione. In questo momento storico cerco di regalare un attimo di svago attraverso una musica, una frase, un ospite, un ricordo».

Cinema, tv, teatro: quando arriverà il momento di fare qualcosa in Sardegna?

«Finora sono sempre venuta in vacanza. La Sardegna è davvero un posto del cuore. Ora vorrei tornarci per lavoro. Sarebbe anche l’occasione per avere un contatto più diretto con il pubblico. Perché quando lavori ti godi di più il posto in cui ti trovi. Lo scriva pure: non vedo l’ora di venire in Sardegna».

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